Milano, 24 nov. (LaPresse) – Giuseppe Mussari fa causa a ‘Report’ dopo la puntata di ieri sera dedicata a Banca Monte dei Paschi. Lo rendono noto con una comunicato, gli avvocati Tullio Padovani e Fabio Pisillo citando l’articolo dell’art. 30 l. 223/1990. L’intera ricostruzione delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto Mps, in particolare nel punto che concerne il ruolo dell’ex presidente di Mps, spiegano i legali è “contraddistinta da palesi errori e da manifeste incongruenze”. A prescindere dalla complessiva ricostruzione dei fatti, “tesa ad attribuire il crisma di verità inconfutabili a mere ipotesi, della cui infondatezza si discuterà nelle sedi più opportune, dobbiamo sin d’ora denunciare con forza la falsità delle affermazioni rese da un anonimo monsignore nella parte finale della trasmissione” spiegano Padovani e Pisillo. Mai, secondo i legali, Mussari nel corso della sua vita: “è entrato nei locali dello Iop; mai ha partecipato a riunioni con esponenti del medesimo Istituto, tanto meno per parlare dell’acquisto di Antonveneta o per favorire l’apertura di conti correnti presso la Banca Vaticana”. “Agiremo in giudizio contro i responsabili di tali false e diffamatorie affermazioni, dando loro la più ampia facoltà di provare quanto hanno falsamente affermato”, proseguono gli avvocati. “D’altro canto, nella conferenza stampa tenuta dai pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Siena, nel luglio 2013 – ricordano Padovani e Pisillo – all’indomani della conclusione dell’indagine relativa all’acquisizione di banca Antonveneta, fu testualmente affermato che nell’acquisizione di Antonveneta da parte di Monte Paschi non sono stati trovati comportamenti penalmente rilevanti”. Il 31 luglio 2013 tutte le agenzie di stampa e i siti d’informazione hanno riportato tale dichiarazione e scritto che “nell’acquisizione di banca Antonveneta da parte di Mps non c’è stata nessuna tangente”, come detto dal pm Antonino Nastasi, rispondendo ai giornalisti in conferenza stampa. “Il sacrosanto esercizio del diritto di cronaca avrebbe certo imposto di ricordarlo, per smentire perentoriamente le gravissime affermazioni di chi spera di sottrarsi alle proprie responsabilità nascondendo il proprio volto e la propria identità dinanzi alle telecamere”, concludono Padovani e Pisillo.

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