Detroit, 24 lug. (LaPresse) – Luca Cordero di Montezemolo è ufficialmente entrato nella Hall of Fame dell’auto. L’ex numero uno della Ferrari ed attuale presidente del comitato di candidatura di Roma per le Olimpiadi, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento a Detroit, durante una cerimonia che si è svolta al Renaissance Center di Dearborn, un sobborgo della città. Prima di lui, altri sette italiani, avevano conquistato questo riconoscimento: Giovanni Agnelli, Nuccio Bertone, Battista Farina, Enzo Ferrari, Giorgetto Giugiaro, Sergio Pininfarina, Bruno Sacco.

Nato nel 1939, il premio attribuisce 4 tipi di riconoscimenti. Montezemolo “ha rafforzato il prestigio del marchio – è la motivazione del premio – restituendo alla scuderia Ferrari il dominio sul campionato del mondo e affermando al tempo stesso il brand come potenza mondiale”. Premiati anche Elwood Haynes, Roger Penske e Ratan Tata, che condivise con Montezemolo molti anni nel board di Fiat.

Quella di Montezemolo è una vita indissolubilmente legata ai motori, e alle corse. Montezemolo compirà 68 anni a fine agosto. Nato a Bologna pur avendo origini piemontesi, si laurea a Roma nel 1971. La passione per per le gare automobilistiche lo contagia però già prima, e corre diversi rally a bordo di una 500 Giannini con Cristiano Rattazzi, terzo figlio di Susanna Agnelli, sorella dell’Avvocato Gianni. I buoni risultati che ottiene convincono Cesare Fiorio a farlo correre con la Lancia ufficiale, in coppia con Daniele Audetto nel 1971. Nel 1973 il primo ingresso in Ferrari come assistente di Enzo Ferrari che lo vuole quale responsabile della Squadra Corse. Sono gli anni dei trionfi con Niki Lauda, campione del mondo piloti nel 1975 e 1977, con il titolo 1976 perso all’ultima gara dopo il ritiro al Fuji come raccontato nel film ‘Rush’.

Arrivano anche tre titoli costruttori per la Ferrari in quei tre anni. Lascia il Cavallino Rampante nel 1977 e diventa responsabile delle relazioni esterne alla Fiat. Dopo le parentesi da responsabile dell’organizzazione dei mondiali di calcio di Italia ’90 prima e della Juventus subito dopo, nel 1991 torna alla Ferrari dove rimarrà fino alla fine del 2014. Rilancia e trasforma l’azienda in modo radicale, parallelamente riporta le rosse ai vertici della F1. Dopo i titoli mancati di un soffio nel 1997, 1998 e 1999, nel 2000 Michael Schumacher trionfa a 21 anni dall’ultima iride firmata Jody Scheckter. Fino al 2004 è dominio, altri 4 titoli piloti e costruttori. Nel 2007 l’ultimo titolo con Kimi Raikkonen. Oggi è presidente di Alitalia e del comitato promotore di Roma 2024, oltre che azionista di Ntv.

Foto Reuters

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