Torino, 4 giu. (LaPresse) – Ha una storia che risale alla fine del Settecento il Pastificio Lucio Garofalo passato sotto il controllo del gruppo spagnolo Ebro Foods. Per l’acquisizione del 52% del produttore di pasta di fascia alta il gruppo iberico ha firmato un accordo vincolante che prevede il pagamento di 62,5 milioni di euro.

La società guidata da Antonio Hernández Calleja ha spiegato in una nota che l’operazione permetterà ad Ebro di lavorare per lo sviluppo internazionale e la diffusione dei suoi prodotti nel segmento premium. Garofalo possiede, tra gli altri, i marchi Santa Lucia e Cicciano Russo. Le vendite lorde di Garofalo, che dal 1997 è controllata dalla famiglia Menna, nel 2013 hanno raggiunto i 134 milioni di euro. Ebro viene da un anno non brillantissimo. Il gruppo ha chiuso il 2013 con un utile netto in calo del 16% a 132,7 milioni di euro.

Pasta Garofalo è una realtà imprenditoriale dalla storia ultra centenaria che, dopo una serie di riassetti proprietari, nel 1997 passa sotto il controllo della famiglia Menna, nel capitale sociale già dal 1952. Nel 2001 il pastificio, che negli anni precedenti aveva concentrato il proprio business all’estero e nella produzione per conto terzi, decide di ripartire con la produzione di una linea a marchio proprio destinata anche all’Italia. “Nel 2002 – si legge nel comunicato stampa dell’azienda – è pronta per il lancio, e da allora registra una crescita esponenziale in un contesto di mercato molto competitivo. Con il marchio, Garofalo raggiunge una posizione di leadership nel mercato della pasta premium, a livello nazionale e internazionale. L’azienda passa, infatti, da circa 30 milioni di euro di fatturato consolidato nel 2002 a oltre 134 milioni di euro nel 2013”.

Pasta Garofalo è nata nel 1789, quando per Decreto Regio, il dottor Garofalo ottenne la concessione per la produzione e la commercializzazione di pasta di buona fattura, con diritto di multare i contravventori. Ai primi del ‘900, poco dopo la costruzione del secondo stabilimento di produzione, i fratelli Garofalo decisero di dividersi e di fondare la Lucio Garofalo spa e la Alfonso Garofalo spa, “dando due direzioni possibili – si legge sul sito web aziendale – a una storia cominciata due secoli prima”.

“In Italia – fa sapere l’azienda alimentare sul suo portale internet- sin dagli anni del Ventennio, Pasta Garofalo fosse diventata la pasta di qualità per antonomasia, tanto che il dottor Garofalo raccontava che le carte annonarie indicavano ‘Pasta di alta qualità tipo Garofalo’. Vi potremmo emozionare con storie come quella di Lucia, governante somala di casa Garofalo, che investiva i suoi risparmi per spedire la pasta in Africa, continente nel quale, da allora, il marchio Garofalo Santa Lucia è diventato sinonimo di pasta, sia nel gusto che nei colori del pack , rosso e blu”.

Garofalo sottolinea nella presentazione sul proprio sito web aziendale di essere “primo pastificio certificato ISO 9001, abbiamo accumulato nel tempo, o tutte le tecnologie che sono state utilizzate nei nostri stabilimenti per trasformare le migliori semole nella migliore pasta possibile”.

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