Il nostro Paese tra i potenziali fattori di instabilità per l'economia mondiale

Nubi nere si profilano all'orizzonte. L'economia mondiale si trova di nuovo in una fase critica e incombono rischi significativi: guerre commerciali, debiti sovrani ai livelli pre-crisi, rallentamento della crescita. Il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, nel suo intervento rivolto ai leader del G20 di Buenos Aires, mette in guardia contro una lunga serie di pericoli da non sottovalutare. "Anche se molte economie stanno pianificando un consolidamento fiscale, in alcuni casi è necessario uno sforzo più ambizioso", così da creare uno spazio fiscale di manovra e avere le risorse necessarie per sostenere la crescita. L'indicazione è "particolarmente importante" per l'Italia, dove "il debito è già alto, e la crescita supera il potenziale".

Lagarde ha ricordato che i debiti sovrani sono tornati a crescere in molte economie avanzate e in alcune economie emergenti. Gli spread sono aumentati e fanno paura. Di nuovo il riferimento esplicito è all'Italia, dove "la preoccupazione per l'alto debito pubblico e gli slittamenti della politica potrebbe scatenare ulteriori reazioni avverse del mercato". Tutto questo mentre la crescita rallenta più rapidamente del previsto nell'area dell'euro. "Poiché i dati economici più recenti sono stati deludenti, non dobbiamo permetterci di rimanere indietro", ha avvertito Lagarde. Al contrario è necessario implementare una serie di riforme che potrebbero portare a "un aumento del 4% del Pil dei Paesi del G20". Anche la Fed considera l'Italia tra i potenziali fattori di instabilità per l'economia mondiale. Il presidente della Banca centrale Usa, Jerome Powell, in un discorso a New York ha ricordato che le discussioni sul bilancio tra Roma e Bruxelles sono "tra le fonti di rischio che potrebbero scatenare stress in qualsiasi momento".

Nel mirino del Fmi finisce anche Donald Trump, nel giorno in cui il presidente Usa annuncia tariffe sulle auto straniere allo studio della Casa Bianca. La misura, secondo le stime del Fondo monetario, costerebbe a un taglio della crescita globale dell'0,75%. "Sappiamo che le crescenti barriere commerciali sono controproducenti per tutti i soggetti coinvolti", ha detto Lagarde che chiede di "invertire la rotta" sui dazi.

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