Nel secondo trimestre 2018 si contano 205 mila occupati in più

L'industria italiana si inceppa in estate. A luglio la produzione cala dell'1,8% rispetto a giugno e perde l'1,3%, corretto per gli effetti di calendario, nel confronto con un anno prima. L'Istat fa sapere che si tratta del primo calo su base annua dal giugno del 2016. Tra gli altri settori, frena la produzione nell'auto.

Per la Cisl il dato di luglio è un "campanello d'allarme", mentre gli analisti temono che possa avere effetti negativi sul Pil. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, chiede al governo "attenzione alla crescita". L'istituto statistico parla di "brusca discesa" per la produzione industriale che porta il trimestre terminato a luglio in rosso. Mostrano diminuzioni mensili tutti i comparti della produzione, dai beni strumentali (-2,2%) ai beni di consumo (-1,7%), dai beni intermedi (-1,2%) all'energia (-0,8%). Su base annua tengono solo i beni strumentali (+0,7%). "La produzione industriale è calata assai più del previsto a luglio", commenta Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo. "Il dato aggiunge rischi al ribasso – prosegue – sulla nostra previsione di crescita del Pil di 1,1% per l'anno in corso".

Guardando ai settori economici, su base annua aumenta la produzione nella attività estrattiva (+2,8%), nelle apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,8%) e nei macchinari e attrezzature n.c.a. (+1,3%). Male invece coke e prodotti petroliferi raffinati (-6,4%), industria del legno, della carta e stampa (-5,8%), metallurgia e prodotti in metallo esclusi macchine e impianti (-2,8%) e articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-2,8%).

Secondo Boccia la flessione di luglio potrebbe riguardare anche "la stagionalità", ma questo non deve far rilassare il sistema Paese. Il numero uno di viale dell'Astronomia ricorda che l'Italia rischia di rimanere schiacciata tra la politica dei dazi Usa e l'aggressiva espansione cinese. "Serve un'attenzione alla crescita da parte delle prossime politiche del governo e non è l'aspettativa di una categoria ma è nell'interesse del Paese", ammonisce Boccia.

A luglio un settore in particolare sofferenza è l'automotive. La produzione è calata del 10,9% destagionalizzato rispetto a giugno. Su base annua la flessione, corretta per gli effetti di calendario, è del 6,5%, mentre il dato grezzo mostra una caduta del 4,4%. "I dati negativi sulla produzione industriale nel mese di luglio diffusi dall'Istat rappresentano sicuramente un campanello d'allarme ed elemento di preoccupazione per l'economia ed il mondo del lavoro", dichiara il segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini. "Il clima di incertezza – prosegue – sulle scelte del Governo nei mesi successivi alle elezioni non ha portato buoni frutti. Non vorremmo sia l'apertura di un autunno che molti prevedevano tormentato. Occorrono misure incisive per sostenere la ripresa".

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