I mercati puniscono la società controllante di Autostrade per l'Italia che fa capo alla famiglia Benetton. La replica: "Provvedimento senza una contestazione specifica"

Il giovedì nero di Atlantia, la società controllante di Autostrade per l'Italia che fa capo alla famiglia Benetton, dopo il disastro del Ponte Morandi e l'annuncio del governo M5S-Lega, secondo cui le concessioni saranno ritirate e sarà lo stesso Stato a gestire il tratto autostradale, termina la sessione in calo del 22,26% a 18,30 euro, zavorra il Ftse Mib, che chiude sui livelli più bassi del 2018 a 20.524,13 punti. Una performance negativa che spicca in un contesto che è invece positivo per gli altri listini europei, col Dax di Francoforte che avanza dello 0,61%, il Ftse100 di Londra che guadagna lo 0,78% e il Cac40 di Parigi che sale dello 0,83%.

La pressione, per quanto riguarda l'Italia, non si alleggerisce di molto neanche per quanto riguarda lo spread, che chiude sotto quota 280, a 279,6 punti base, ma col rendimento del Btp decennale ancora alto al 3,1%. Un dato, legato come ormai da settimane alle fibrillazioni politiche e ai timoro degli investitori in vista di una legge di Bilancio che dovrà mostrarsi solida sul fronte delle coperture e della discesa del rapporto debito/Pil, che come sempre pesa in particolare sul comparto bancario. Peggio di tutti, oggi, fa Banco Bpm (-3,96% a 2,09 euro), ma a segnare flessioni nette sono anche le due big Intesa Sanpaolo (-1,81% a 2,19 euro) e Unicredit (-1,10% a 13 euro), quest'ultima sempre appesantita dalla situazione turca, in ragione delle proprie esposizioni.

A soffrire è anche Stmicroelectronics, che perde il 3,18% a 17,335 euro. Il malumore intorno al titolo dei semiconduttori arriva da lontano, ed è correlabile al calo dell'utile netto trimestrale segnato da Tencent, uno dei massimi player mondiali del settore tecnologico. I prezzi del petrolio in moderato progresso, col Brent che alle 18.15 prezza 71,16 dollari per barile, non scaldano il comparto oil&gas: se Saras mette a segno un progresso dello 0,65% a 2,17 euro, il titolo Eni cala infatti dell'1,25% a 15,91 euro e Tenaris lascia sul campo l'1,95% a 14,57 euro. Giornata positiva invece per Unipol, che guadagna il 3,59% a 3,69 euro, e per la controllata UnipolSai, che avanza dell'1,28% a 1,93 euro. Bene anche Buzzi Unicem (+3,03% a 17,83 euro) e Campari (+1,55% a 7,54 euro), mentre tornando agli istituti di credito la performance migliore è quella di Mediobanca (+2,12% a 8,49 euro).

 

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