(Finanza.com)

Baratro fiscale scongiurato per gli Stati Uniti. Dopo mesi di trattative è arrivato in extremis, due ore dopo lo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, il voto favorevole del Senato statunitense (89 voti favorevoli e 8 contrari) sulle misure per scongiurare il fiscal cliff, il mix di tagli alla spesa e aumenti di tasse per complessivi 600 mld di dollari destinato a entrare automaticamente in vigore all’inizio del 2013 nel caso in cui non fosse raggiunto un accordo. Ora la palla passa alla Camera che sarà chiamata a votare l’accordo nel più breve tempo possibile, probabilmente nella giornata di oggi.  Va ricordato che lo scioglimento del Congresso attuale è previsto il 3 gennaio, con la nuova composizione che vedrà una più ampia maggioranza democratica al Senato, mentre alla Camera ci sarà un marginale vantaggio per i repubblicani. 
“Né democratici né repubblicani ha ottenuto tutto quello che volevano, ma questo accordo è la cosa giusta da fare per il nostro Paese e la Camera lo approvi senza indugio”. E’ il messaggio diffuso questa mattina dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dopo il voto favorevole del Senato all’accordo per evitare il fiscal cliff.

Aumento tasse sui più ricchi e rinvio tagli spesa
L’intesa rende permanenti le riduzioni fiscali di Bush che però saranno precluse per le fasce di reddito più abbienti. Niente più sgravi fiscali per i nuclei famigliari con redditi oltre i 450 mila dollari e i singoli con oltre 400 mila dollari. Per i redditi oltre queste soglie l’aliquota fiscale passerà dal 35% attuale al 39,6% e anche la tassa sulle plusvalenze e sui dividendi salirà dal 15 al 20%. 
I tagli automatici alla spesa pubblica sono stati posticipati di 2 mesi. Inoltre sono stati estesi per un anno i benefici legati all’indennità di disoccupazione per chi è senza lavoro da almeno un anno. 
Ieri, sulla crescente attesa per un accordo in extremis sul fiscal cliff, Wall Street aveva chiuso l’ultima seduta del 2012 in forte rialzo: +1,69% per lo S&P 500 e +2% per il Nasdaq. 

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