Roma, 21 giu. (LaPresse) – Il tribunale di Roma ha condannato la Fiat per comportamento antisindacale nei confronti della Fiom allo stabilimento di Pomigliano d’Arco: i giudici hanno ordinato al Lingotto di procedere all’assunzione di 145 lavoratori iscritti all’organizzazione guidata da Maurizio Landini. Lo rende noto la Fiom. Per i 19 lavoratori che hanno intentato la causa, ci sarà un risarcimento di tremila euro a testa.

Secondo il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, la sentenza è “una buona notizia”. Il leader di Corso d’Italia spiega che “è evidente come la sentenza del tribunale di Roma dimostri quanto siano inaccettabili le scelte della Fiat, soprattutto per quanto riguarda l’essere il suo un modello autoritario che vuole cancellare il sindacato in ragione della critica al suo modello organizzativo”. Il leader dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini, che si è commosso nel corso di una conferenza stampa ringraziando gli iscritti, ritiene che la sentenza su Pomigliano dimostri che la Fiat “viola le leggi e la Costituzione: bisogna intervenire per garantire i livelli occupazionali”. “Mi aspetto che – prosegue Landini – ci sia una convocazione del Governo perché la Fiat non sta facendo gli investimenti”.

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Boanni, dichiara invece che “se il giudice ha deciso così, quella è la decisione che va bene per tutti. E’ una sentenza come una rondine che non fa primavera”. Secondo il segretario generale del Fismic, Roberto Di Maulo, l’assunzione di 145 operai, “oggi in cassa integrazione e iscritti alla Fiom, sulla base della tessera sindacale che hanno in tasca rappresenta un pericoloso ritorno a logiche spartitorie e lottizzatorie proprie dei partiti politici che hanno contribuito a sfasciare il Paese negli anni passati”.

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