In commissione Banche verranno ascoltati anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e l'ex ad Unicredit Federico Ghizzoni

"Non ho autorizzato nessuno anche perché nessuno mi ha chiesto autorizzazione. La gestione dei casi bancari è in capo al ministro delle Finanze che ne parla con il presidente del Consiglio". Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, in audizione in commissione di inchiesta sulle banche, è chiaro nel rispondere al senatore Andrea Augello che gli chiedeva dei colloqui tenuti dai ministri Maria Elena Boschi e Graziano Delrio sulla vicenda Banca Etruria. "Le discussioni a livello di governo su situazioni relative a banche in difficoltà avvenivano in modo continuo tra il presidente del Consiglio e me – ha sottolineato Padoan – poi ci sono state occasioni in cui la discussione è stata svolta in gruppi più ampi". Ma in ogni caso "ho appreso di specifici incontri dalla stampa". Dichiarazioni che arrivano nella settimana decisiva per la commissione installata a palazzo San Macuto, dove verranno auditi domani il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e mercoledì l'ex ad Unicredit Federico Ghizzoni. E inevitabilmente il livello di tensione politica resta alto, con il M5s che attacca: "Il ministro dell'Economia ha scaricato Maria Elena Boschi. Ora le dimissioni non sarebbero soltanto un atto dovuto, ma persino una forma di tutela della propria dignità personale". Ironizza il capogruppo forzista alla Camera Renato Brunetta: "Il ministro Tremonti mi avrebbe impalato" in caso di colloqui non autorizzati.

Sul caso Etruria, ha spiegato Padoan, "non ho mai parlato" con Ghizzoni che ha spiegato di aver visto "moltissime volte" per discutere "di tante cose", né il titolare del Mef ha mai incontrato incontrato Pierluigi Boschi. Ma in ogni caso, ha chiarito durante l'audizione, "non c'erano alternative" alla risoluzione delle 4 banche se non la liquidazione con "conseguenze ben più gravi sui risparmiatori".

"Il 10 novembre 2015 la Banca d'Italia ha informato per le vie brevi il Mef che le tre banche sopra menzionate e la Cassa di risparmio di Chieti, anch'essa in amministrazione straordinaria, evidenziavano una grave crisi di liquidità, che poteva essere sostenuta solo per pochi giorni", ha ricordato il ministro. E fu proprio Bankitalia a proporre il commissariamento di Etruria, proposta recepita dal Mef che ha concordato. "L'Italia – ha poi ricordato – non avrebbe potuto procedere a un intervento sulle 4 banche poi finite in risoluzione senza richiedere l'autorizzazione Ue".

Inevitabile il focus sulla vigilanza che, ha osservato Padoan, "ha incontrato dei casi specifici in cui le carenze non erano solo ascrivibili al mutamento del sistema macroeconomico ma dovevano essere ascritte a carenze gestionali. C'è stata una sostanziale capacità di gestione del sistema ma non si può escludere ci siano stati casi in cui al netto di modifiche istituzionali ci sono state responsabilità importanti a livello di singoli istituti". "Ci sono casi sotto gli occhi tutti, per esempio nelle banche venete – ha incalzato – dove i fenomeni non sono spiegabili solo con gravità della crisi e il cambiamento delle regole", "singoli casi in cui la vigilanza poteva fare meglio" sia pur "in un contesto assai complesso sia di cambiamento della normativa europea che di situazione di fragilità dell'economia". E poi ha ribadito: nel caso delle Venete, ad esempio, "ci possono essere stati degli ostacoli" e "la vigilanza non si è potuta esperire completamente". Il titolare del Mef difende la scelta di riconfermare Ignazio Visco per assicurare "la continuità istituzionale" e per "dare anche un segnale di stabilità ai mercati".

Sul fronte dei crediti deteriorati, Padoan ha assicurato che "la strategia messa in campo sta dando i frutti sperati" e se il loro  volume "ha continuato ad aumentare, fino a raggiungere il suo picco tra il 2015 e il 2016" "ora – ha spiegato – si sta osservando un'inversione di tendenza a velocità sostenuta" anche grazie all'intervento del governo che "ha sbloccato un mercato che non esisteva".

 

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