Milano, 13 mar. (LaPresse) – Nel piano strategico 2015-2018 di Eni, presentato oggi alla comunità finanziaria a Londra, si prevedono cessioni di asset per 8 miliardi di euro. Il 70% delle dismissioni sarà realizzato nel primo biennio del piano. Circa il 50% riguarderà la cessione di partecipazioni in recenti scoperte esplorative nelle quali Eni, detenendo quote molto elevate, intende diluirsi pur mantenendo il ruolo di operatore.

La cessione delle quote azionarie residue in Snam e Galp rappresenterà circa il 25% mentre il restante 25% deriverà dalla cessione di asset maturi upstream e di attività non-core nel mid-downstream.

NEL 2015 DIVIDENDO CALA A 0,80 EURO PER AZIONE. Eni prevede nel 2015 un dividendo di 80 centesimi di euro per azione, rispetto agli 1,12 euro di cedola pagati per l’esercizio 2014. Lo ha detto l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, nel corso della presentazione del piano. Secondo Descalzi si tratta di un dividendo “appropriato” per una politica di pay-out “sostenibile”. La politica di distribuzione sarà progressiva in relazione alla crescita dei risultati attesi. Il Cane a sei zampe ha inoltre deciso di sospendere il piano di buy back, in quanto “si valuterà la sua riattivazione quando i progressi strategici e lo scenario di mercato lo consentiranno”.

INVESTIMENTI RIDOTTI A 48 MILIARDI. Sul fronte degli investimenti, focalizzati su “progetti a elevato valore e dai ritorni accelerati”, Eni prevede una spesa nel quadriennio pari a circa 48 miliardi di euro, in riduzione del 17% a parità di cambio rispetto al piano precedente. È quanto emerge dalle linee guida del piano strategico 2015-2018. Il Cane a sei zampe sottolinea che la metà degli investimenti non è stata ancora contrattualizzata, consentendo un elevato livello di flessibilità finanziaria qualora le condizioni di debolezza dello scenario dovessero persistere.

CESSIONE SAIPEM RINVIATA MA RESTA OBIETTIVO STRATEGICO. Sul dossier Saipem, ha spiegato Descalzi, “dobbiamo fare le cose correttamente”, per questo Eni “ha deciso di posporre il processo di deconsolidamento” per “l’accresciuta volatilità dei mercati dell’oil&gas”. L’amministratore delegato ha sottolineato che la dismissione di Saipem “resta un obiettivo strategico”, un “passo nel cambiamento che occorre fare”, ma “i suoi effetti finanziari non sono nel piano quadriennale”. Il Cane a sei zampe, ha affermato Descalzi, “continuerà a sostenere finanziariamente” la controllata.

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