Roma, 1 ott. (LaPresse) – “Una nuova ondata di instabilità parlamentare peggiorerebbe nettamente lo scenario economico dell’Italia: -1,8% il Pil nel 2013 e -0,3% nel 2014, contro il -1,6% e il +0,7% previsti meno di un mese fa”. Lo afferma il Centro studi di Confindustria, che aggiunge che “anche nel 2015 si avrebbe un effetto negativo sul Pil pari a -0,9%”. Con nuova instabilità politica, precisa il Csc, “nel 2015 l’occupazione risulterebbe più bassa di 260mila unità”. Per gli economisti di viale dell’Astronomia “l’incertezza sulle sorti del Governo colpisce l’economia italiana in una fase molto delicata: quando si registrano le prime deboli conferme della fine della lunga e profonda recessione”. Confindustria sottolinea che un peggioramento della crisi politica porterebbe a una aumento dei tassi dei titoli pubblici che “produrrebbe un aggravamento delle condizioni del credito bancario”. Secondo il Csc quelli italiani sono “conti pubblici tra i migliori all’interno dell’Eurozona”, che sono stati conquistati dagli italiani con grandi sacrifici e grazie agli obiettivi fissati e alle misure adottate dagli ultimi tre esecutivi”, mentre “il prolungamento della recessione metterebbe in forse queste conquiste, pur non compromettendole”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata