Roma, 8 lug. (LaPresse) – “In otto anni, rispetto al 2005, la perdita di consumi ai prezzi del 2013 è pari a quasi 470 euro mensili, di cui 91 euro sono minori consumi alimentari per famiglia”. E’ il commento dell’Ufficio studi Confcommercio ai dati sui consumi delle famiglie nel 2013 diffusi oggi dall’Istat. “In serie storica e al lordo dell’inflazione, la spesa media mensile – continua la nota – torna ai livelli del 2004. Se però si deduce dal dato nominale la dinamica dell’indice dei prezzi al consumo (Nic), in termini reali, cioè di consumo effettivo di beni e servizi, la riduzione della spesa nel 2013 riporta il dato sotto i valori del 1993”.
Per Confcommercio “pure tenendo conto della riduzione dell’ampiezza dei nuclei familiari nel tempo, la contrazione dei consumi pro capite appare di ampiezza eccezionale: sia la media complessiva, sia la spesa per alimentari e bevande in termini reali tornano ai livelli del 1997”. Secondo l’Ufficio studi dell’associazione “il 2014, stando alle indicazioni congiunturali dei primi cinque mesi, non dovrebbe far segnare una rilevante inversione di tendenza. Le dinamiche del reddito reale e dei consumi preludono a un aggiornamento al rialzo del numero di persone assolutamente povere, già pari a 4,8 milioni alla fine del 2012”. “Tutto ciò – conclude Confcommercio – impone una revisione delle politiche economiche nella direzione di stimolare la crescita mediante una generalizzata riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese”.
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