Milano, 13 gen. (LaPresse) – Chiude in affanno Piazza Affari, spinta al ribasso dall’aperture negative di Wall Street e dalle voci circolate sui mercati di un downgrade in arrivo in serata per Francia e Austria da parte di Standard & Poor’s. L’indice Ftse Mib cala dell’1,2% a 15.011,09 punti e il Ftse All-Share che lascia l’1% a 15.852,15 punti. I listini erano in rialzo stamane, anche per l’asta di Btp italiani, con i buoni a tre anni che hanno visto ridurre i tassi dello 0,8% al 4,83%. Poi dagli Stati Uniti è arrivato il dato macro sul deficit commerciale, cresciuto a novembre del 10,4%, e sui mercati ha cominciato a circolare la voce di un downgrade di Parigi e Vienna. Come se non bastasse, il colosso bancario newyorkese JPMorgan Chase ha comunicato un calo dell’utile del 23% proprio per gli effetti della crisi del debito. Secondo il Financial Times Standard & Poor’s avrebbe deciso di tagliare di un notch la tripla A di Francia e Austria, portando il merito di credito dei Paesi ad ‘AA+’. Inoltre la Grecia è sempre più a rischio default dopo che nel pomeriggio i colloqui con i creditori privati per la ristrutturazione sono stati interrotti per, ufficialmente, “una pausa di riflessione”. Il nodo riguarda la volontà delle banche di non applicare ai bond un haircut superiore al 50%.

A Milano le banche chiudono miste. Ancora bene Unicredit (+0,48% a 2,918 euro). “Se i kazaki hanno detto di non essere entrati nel capitale allora è così”. E’ il commento del vice presidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, che ha fatto visita oggi il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, senza spiegare il motivo dell’incontro. Salgono anche Mediobanca (+3,73% a 4,448 euro) e Bper (+2,03% a 5,77 euro). Sulla parità invece Intesa Sanpaolo, a 1,24 euro. Cadono Ubi Banca (-1,84% a 2,988 euro), Banco Popolare (-1,36% a 0,909 euro) e Banca Montepaschi (-5,47% a 0,2195 euro) all’indomani della nomina da parte del cda di Fabrizio Viola come direttore generale al posto di Antonio Vigni.

Fuori dal paniere principale riflettori sulla galassia Premafin. Unipol e la famiglia Ligresti hanno sottoscritto una lettera di intenti non vincolante con la quale Unipol ha manifestato la propria disponibilità a perseguire un progetto di integrazione per fusione tra Unipol, Premafin, Fondiaria Sai e Milano Assicurazioni, previa acquisizione delle azioni di Premafin detenute dalle società che fanno capo ai membri della famiglia e conseguente promozione di una offerta pubblica di acquisto sulle residue azioni della stessa Premafin. In questo contesto, balzano la stessa Premafin (+16,55% a 0,338 euro) e le controllate FonSai (+5,02% a 0,6805 euro) e Milano Assicurazioni (+8,37% a 0,2433 euro). Cede invece Unipol (-2,39% a 0,1961 euro).

Tornando al Mib, Saipem perde l’1,88% a 34,95 euro nonostante i nuovi contratti E&C onshore in Arabia Saudita, per un valore di circa 600 milioni di dollari. Giornata in generale difficile per il comparto industriale, con Finmeccanica (-3,14%), Ansaldo (-2,14%) e Pirelli (-1,64%). Ne risente anche la scuderia Agnelli, con Fiat (-1,32%), Fiat Industrial (-3,14%) e la holding Exor (-4,26%). Vendite anche su Tenaris (-3,5%). Chiudono con il segno opposto Mediaset (+0,28%) e Mediolanum (-3,1%).

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