Lo stop dopo che il cda del gruppo francese ha rinviato la decisione sulle nozze con Fiat Chrysler su richiesta dello Stato

Salta la fusione Fca-Renault. Ieri pomeriggio il cda del gruppo automobilistico francese, riunitosi per il secondo giorno consecutivo per valutare l'ipotesi di una merger, ha confermato di aver rinviato la decisione sulle nozze con Fiat Chrysler su richiesta dello Stato francese (che è il maggiore azionista di Renault con una quota del 15%). Dal canto suo, Fca ha ritirato la proposta di fusione "con effetto immediato". Una novità che smuove non poco la Borsa: a Milano, dopo un avvio in forte perdita, Fca chiude in leggero rialzo, guadagnando lo 0,09% a 11,71 euro. A chiudere in pesante calo è invece il titolo della casa della losanga, che lascia sul campo il 6,42% a 52,60 euro. 

Fca – Questa la nota con cui Fca ha annunciato la decisione: "Fca continua a essere fermamente convinta della stringente logica evolutiva di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti. E' tuttavia divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo". "Fca continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente". Poco prima Renault aveva comunicato che "il Cda non è stato in grado di prendere una decisione a causa dell'auspicio espresso dai rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto ad un consiglio ulteriore".

Elkann – "Ci vuole coraggio per iniziare un dialogo come abbiamo fatto noi. Quando però diventa chiaro che le conversazioni sono state portate fino al punto oltre il quale diventa irragionevole spingersi, è necessario essere altrettanto coraggiosi per interromperle e ritornare immediatamente all'importante lavoro che abbiamo da fare", ha detto il presidente di Fca, John Elkann, in un messaggio ai dipendenti dopo la scelta di ritirare la proposta di fusione. 

"Gli scorsi giorni e le scorse settimane – ha sottolineato Elkann – sono stati più impegnativi del solito, avendo lavorato per presentare e poi definire la nostra proposta per una fusione trasformativa con Groupe Renault". Inoltre, prosegue il presidente di Fca, "l'impegno, la forza e la creatività di tutte le persone direttamente coinvolte sono stati davvero ammirevoli. Non meno importante e notevole è stato l'impegno incessante che ognuno di voi ha profuso costantemente nel proprio lavoro, per proseguire gli attuali progetti in ogni nostra attività".

"La decisione di iniziare queste conversazioni con Groupe Renault – si legge nel messaggio – è stata corretta, una decisione che abbiamo preso dopo esserci preparati su tutti i fronti. L'ampio consenso che ha ricevuto è stato un chiaro segnale che il nostro tempismo, così come l'equilibrio di ciò che abbiamo proposto, erano corretti. La scelta di interrompere il dialogo non è stata presa con leggerezza ma con un obiettivo in mente: la protezione degli interessi della nostra Società e di coloro che lavorano qui, tenendo chiaramente in considerazione tutti i nostri stakeholder".

"Persino la miglior proposta, come lo era questa – tanto da aver ricevuto positive attestazioni di stima e consenso – ha poche possibilità di raggiungere il successo finale se le sue fondamenta si rivelano alla prova dei fatti instabili", ha proseguito il presidente di Fca.

"Fca, sotto la leadership di Mike Manley, è una società straordinaria, piena di persone eccezionali con una chiara strategia per un futuro forte e indipendente. Continueremo ad essere aperti a opportunità di ogni tipo che offrano la possibilità di rafforzare e accelerare la realizzazione di questa strategia e la creazione di valore". "Ora però, so che siete d'accordo con me, è tempo di concentrarci sul presente e sul conseguimento degli obiettivi che ci siamo posti per quest'anno", la conclusione di Elkann.

Renault – Esprimendo "delusione" per il fallimento del progetto, Renault ha sottolineato in una nota che questa proposta di alleanza aveva mostrato la sua attrattivà "avendo una logica industriale avvincente e un grande merito finanziario, e avrebbe dato vita a un gruppo leader nel settore dell'auto con sede in Europa".

"Il gruppo Renault esprime la sua delusione per non essere stato in grado di approfondire la proposta di Fca" e aggiunge: "Siamo gratificati dall'approccio costruttivo di Nissan e desideriamo ringraziare Fca per i loro sforzi e il Consiglio di amministrazione della Renault per la sua costante fiducia".

La posizione di Parigi – Parigi aveva chiesto diverse condizioni e garanzie sulla governance, a fronte del sindacato Cgt che si era detto contrario alla fusione. Il Wall Street Journal ha inoltre riportato che due rappresentanti di Nissan nel consiglio di amministrazione di Renault avrebbero ritirato l'appoggio alla proposta di fusione, alimentando i dubbi sull'impegno di Nissan a salvaguardare l'alleanza con Renault se la fusione fosse andata avanti. 

Il ministero dell'economia francese, tuttavia, ha assicurato che il fallimento della fusione non ha "niente a che vedere con interventi politici" dello stato francese, ma è dovuto alla volontà del governo di preservare l'alleanza tra il produttore e il suo partner Nissan. "Il motivo per cui questo 'accordo' non è stato raggiunto è legato al mantenimento dell'alleanza tra Renault e Nissan, non ha nulla a che fare (…) con interventi politici", ha ribadito il governo francese durante una conferenza telefonica con i giornalisti poco dopo che il vicepremier Luigi Di Maio lamentava, in termini generali, l'interferenza politica nell'economia.

I sindacati francesi – Cgt fa sapere di aver "accolto con favore" lo stop alla fusione. Se "siamo completamente soddisfatti" del ritiro di questa offerta, spiega ad Afp Fabien Gache, delegato centrale della Cgt nella casa automobilistica francese, "non lo siamo per lo status quo, perché la società è fortemente indebolita". Secondo il sindacato lo Stato francese, primo azionista della Losanga con il 15%, "deve svolgere il suo ruolo di azionista di riferimento" del gruppo "per sviluppare congiuntamente una strategia industriale per la società".

Un altro sindacato francese, la Cfdt, in maggioranza nella Renault, dice di aver "preso atto" del ritiro della proposta di fusione e si dichiara "sorpresa da questa rapida decisione". Infatti la Cfdt si rammarica che non si andati avanti nelle trattative tra Fca e il gruppo. La Renault, spiega l'organizzazione dei lavoratori, "non dovrebbe astenersi da altre opportunità in futuro per il bene dell'occupazione e dell'Alleanza" con i gruppi giapponesi Nissan e Mitsubishi.

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