(Finanza.com)

Il nervosismo prevale sui mercati finanziari, che si muovono in ordine sparso, con accelerazioni improvvise e cambi di rotta repentini. E’ accaduto così a Wall Street ieri sera, che dopo una partenza sprint ha chiuso in deciso calo (Dow Jones e S&P500 in ribasso di oltre 1 punto percentuale), e a Shanghai questa mattina, dove l’indice di riferimento ha tentato di rimbalzare dopo due giorni di crollo ma alla fine ha chiuso in ribasso dell’1,3%. E mentre la Borsa di Tokyo ha archiviato la seduta odierna con il maggior rialzo dall’ottobre 2014 (Nikkei +3,2%), quelle in Europa, da Francoforte a Londra passando per Parigi e Milano, tornano giù, mostrando cali intorno all’1,5%. 
cina, pbocLe misure  prese ieri dalla Banca centrale cinese per aumentare la liquidità sui mercati e arginare il crollo della Borsa di Shanghai non convincono appieno gli investitori. Ieri la People’s Bank of China (Pboc) ha tagliato sia i tassi di interesse di riferimento sia il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche. Questo stimolo riuscirà a riportare l’economia su una traiettoria di crescita? “Ne dubitiamo – risponde Craig Botham, emerging markets economist di Schroders – Il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria ristabilisce soltanto la liquidità persa, mentre il taglio dei tassi, nonostante l’utilità, probabilmente previene soltanto futuri default, invece di incoraggiare gli investimenti, in un’economia colpita da deflazione, da sovra produzione e livelli di debito elevato. Inoltre, i precedenti tagli dei tassi hanno fatto poco per abbassare il costo dell’indebitamento per i nuovi creditori, poiché i margini sugli interessi bancari sono stati ridotti da effetti asimmetrici sui tassi di deposito rispetto ai tassi sui prestiti. Tale asimmetria si è allentata grazie ad un’ulteriore liberalizzazione dei tassi sui depositi, tuttavia le banche potrebbero ancora tentare di recuperare una parte dei margini persi, in particolare data la partecipazione obbligatoria alle operazioni di swap del debito delle amministrazioni locali”.
In una situazione ancora instabile, gli investitori cercano conferme per ripartire e la risposta da parte della Pboc non sembra essere sufficiente. “Le misure di stimolo – conlude Botham – dovrebbero aiutare il sentiment del mercato, tuttavia non ci aspettiamo che ciò comporti una rinascita della Cina”. Tra gli operatori rimangono dunque i dubbi sulla crescita cinese e in particolare sulla solidità della domanda interna. 

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