Bruxelles (Belgio), 12 nov. (LaPresse) – “I dati in arrivo confermano che la ripresa della zona euro sta procedendo a ritmo moderato”, anche se “i rischi al ribasso derivanti dalla crescita globale e il commercio sono chiaramente visibili”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo di fronte agli europarlamentari. Secondo Draghi, tuttavia, “finora l’attività economica nell’area dell’euro ha mostrato un certo grado di resitenza dalla influenze esterne che tendono a indebolire la domanda”. Infatti, ha spiegato il banchiere centrale, “se la domanda esterna si è contratta, le quote di esportazione dell’eurozona sono aumentate”.

RIPRESA PIU’ FORTE DI ALTRE VOLTE. “I segnali che stiamo vedendo negli ultimi mesi indicano che le cose stanno andando meglio. La ripresa continua ed è molto graduale, ma più forte e più ampia rispetto al passato, e ora c’è anche nei Paesi sotto stress”. Così il presidente della Bce, Mario Draghi. “Lo si deve ai consumi e agli investimenti, anche da questi arrivano segnali positivi”, ha aggiunto.

FINITI I VENTI CONTRARI. Secondo Draghi la politica monetaria “certamente” non è l’unico fattore che spinge la crescita. “Un altro è il prezzo del petrolio inferiore, che aumenta il resddito disponibile, e un terzo fattore sono le riforme strutturali avviate dagi Stati membri”. Il banchiere centrale ha sostenuto che “la politica monetaria può servire a sostenere una ripresa ciclica, ma per trasformarla in una ripresa strutturale c’è bisogno di riforme strutturali, che sono diverse da paese a paese che però devono essere fatte”. Ad aiutare la ripresa, ha inoltre evidenziato Draghi, rispetto al passato “non ci sono più i venti contrari del consolidamento di bilancio, proprio perché molto è già stato fatto”.

UMANITA’ E VISIONE. “I nosti leader hanno dato dimostrazione di umanità e di visione nel far fronte a questa crisi”. Draghi ha aggiunto che “bisogna dare una risposta umanitaria a questa tragedia”, ma in merito ai costi, “ci stiamo lavorando – ha detto – sarebbe per me prematuro dire di quanto dovrebbero aumentare i deficit nazionali per poter investire in questi sviluppi”. Secondo Draghi “se si investe bene in questi cambiamenti” portati dall’arrivo dei rifugiati “l’Unione e l’eurozona saranno più forti a tempo debito”. “Sono cambiamenti profondi che richiederanno investimenti e partecipazionne attiva”, ha spiegato ancora il numero uno della Bce.

DATI EUROSTAT. A settembre, stando ai dati di Eurostat, la produzione industriale dell’eurozona frena dello 0,3% rispetto ad agosto, e dello 0,1% nell’Europa a 28. Ad agosto i cali erano stati dello 0,4$ e dello 0,2% rispettivamente. Su base annua si registra una crescita dell’1,7% nell’eurozona e dell’1,8% nella Europa a 28.

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