Per Vienna capofila dell'ala 'nordista' gli aiuti economici ai Paesi più colpiti dall'emergenza sanitaria dovranno essere mutui e non contributi a fondo perduto

 Il progetto franco tedesco per il rilancio dell'economia comunitaria diventa il nuovo campo di battaglia tra 'rigoristi' del Nord e i Paesi del Sud Europa. Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia hanno in serbo infatti una controproposta rispetto al piano Merkel-Marcron lanciato nei giorni scorsi per cercare di ritrovare l'unità a 27 attorno al 'Recovery Fund'. Per il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, capofila dell'ala 'nordista', gli aiuti economici ai Paesi più colpiti dall'emergenza sanitaria non dovranno essere contributi a fondo perduto, come previsto da Parigi e Berlino, ma mutui. In altre parole, Italia, Spagna e Francia quando la crisi sarà finita, dovranno restituire quanto ottenuto fino a oggi. "Vogliamo essere solidali ma riteniamo che la strada giusta siano mutui e non contributi", ha spiegato Kurz. Per questo, ha aggiunto la sua ministra per gli Affari europei Karoline Edtstadler, i soldi che ora vanno a Italia, Spagna oppure Francia "vanno usati per superare la crisi e vanno restituiti".

Il piano franco-tedesco da 500 miliardi di euro a fondo perduto garantiti dall'Unione, da raccogliere direttamente sul mercato e da impiegare per sovvenzioni agli Stati più colpiti, richiede infatti ancora il consenso di tutti i Paesi del blocco. Kurz ha annunciato che la controproposta 'rigorista' verrà presentata nei prossimi giorni. La data cerchiata in rosso è il 27 maggio quando la presidente Ursula Von der Leyen presenterà la proposta della Commissione europea sulle misure anti-crisi. In vista dell'appuntamento europeo, il premier Giuseppe Conte ha avuto uno scambio di vedute telefonico con von der Leyen, per discutere delle prospettive di un 'Recovery Fund' ambizioso e che si all'altezza della sfida del Covid-19. Per Conte infatti la proposta francese e tedesca è solo un primo passo: "se dobbiamo superare questa crisi insieme, come unione di interessi comuni e valori comuni, bisogna fare di più", è la linea di Palazzo Chigi. Il dibattito "non sarà semplice", ha ammesso il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni si è detto comunque ottimista che i 27 troveranno un accordo. Lo stesso Gentiloni nei giorni scorsi aveva spiegato bene come sarà la trattativa tra Nord e Sud sul Recovery Fund: "Non credo si possa sottovalutare che un Paese come la Germania accetti l'idea di 500 miliardi di sovvenzioni attraverso un prestito che la Commissione cercherà sui mercati".

Rispetto al passato, infatti, questa volta l'asse Sud sembra più forte: a far pendere l'ago della bilancia è la cancelliera tedesca Angela Merkel nonostante Berlino ammetta che ci siano posizioni diverse e che ci sia ancora bisogno di lavoro e di colloqui. A frenare è stato infatti l'austriaco Kurz stupendosi della proposta franco-tedesca: "E' legittimo che due grandi stati facciano una proposta, la decisione però va presa da tutti gli stati membro dell'Ue", ha spiegato in un'intervista al quotidiano Oberösterreichischen Nachrichten. "Siamo convinti che il rilancio dell'economia europea sia possibile, senza una comunitarizzazione dei debiti", ha concluso.

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