Roma, 10 feb. (LaPresse) – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze “valuta positivamente” una ‘bad bank’ o altre iniziative “per alleggerire il proprio patrimonio dai prestiti deteriorati”, ma ritiene che “a tale scopo non sia necessario l’impiego di risorse pubbliche nazionali o comunitarie”. Lo si legge in una nota. Via XX Settembre, spiega il comunicato, “guarda con favore a tutte le iniziative che gli operatori del credito e della finanza stanno mettendo in campo per alleggerire il proprio patrimonio dai prestiti deteriorati, liberando così capitale da impiegare a sostegno delle imprese e dei consumi”. Per il Mef “in Italia questo settore può beneficiare delle innovazioni rese possibili da pratiche già diffuse in altri paesi e per le quali esiste una consistente esperienza presso diversi operatori internazionali, tra i quali il ministro Saccomanni ha raccolto manifestazioni d’interesse per il mercato italiano, anche durante le sue visite ai mercati finanziari di Londra e New York”. Il ministero ricorda che “su questa stessa linea si è espresso recentemente anche il Governatore della Banca d’Italia, il quale ha auspicato un’evoluzione del settore nella direzione di una razionalizzazione della gestione dei crediti, attraverso maggiore efficienza delle procedure e trasparenza negli attivi. Il Governatore ha anche ricordato che interventi più ambiziosi sono possibili”. Inoltre, il Tesoro afferma che “il Governo contribuisce con la propria azione a rimuovere le cause della stretta creditizia anche attraverso fondi di garanzia e veicoli di sostegno degli investimenti, quali la Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e il Fondo Italiano d’Investimento (Fii), e valuta positivamente iniziative anche di natura consortile di operatori di settore”.

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