Londra (Regno Unito), 12 nov. (LaPresse/AP) – Le autorità di controllo di Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera hanno multato per 3,4 miliardi di dollari cinque grandi banche, per presunta manipolazione dei mercati azionari stranieri. Gli istituti sanzionati sono: Citibank, JPMorgan Chase Bank, Royal Bank of Scotland, HSBC Bank e UBS. A imporre le sanzioni sono state le autorità incaricate di controllare i mercati azionari: la Commodity Futures Trading Commission degli Stati Uniti, la Financial Conduct Authority del Regno Unito e la Supervisory Markets Authority della Svizzera. Martin Wheatley, direttore dell’agenzia britannica, ha dichiarato che le multe record “sono il segno della gravità delle mancanze rilevate e del fatto che gli istituti devono assumersi la responsabilità di agire correttamente”.
Ogni giorno il volume delle operazioni sui cambi ammonta a circa 5.300 miliardi di dollari e il 40% degli scambi sono gestiti a Londra. I regolatori avevano scoperto che, tra il primo gennaio del 2008 e il 15 ottobre del 2013, gli operatori delle cinque banche multate costituivano gruppi per condividere informazioni sull’attività della clientela. I gruppi avevano nomi in codice, come ‘i giocatori’, ‘i tre moschettieri’ e ‘1 team, 1 sogno’. La Financial Conduct Authority ha spiegato in una nota che “i traders hanno condiviso le informazioni ottenute attraverso questi gruppi per aiutarsi a stabilire le strategie di trading” e “hanno quindi tentato di manipolare i tassi fissi”. Lo scandalo ha coinvolto anche Bank of England che all’inizio di quest’anno è stata costretta a sospendere un dipendente e ad avviare un’indagine profonda che ha portato a esaminare 15.000 messaggi di posta elettronica, 21.000 chat room di Bloomberg e Reuters e 40 ore di registrazioni telefoniche. Secondo l’indagine il funzionario della Banca centrale britannica era a conoscenza dei comportamenti anomali degli operatori almeno dal maggio del 2008 e almeno dal 28 novembre 2012 si era reso conto che questi passaggi di informazioni potevano essere frutto di “comportamenti collusivi”. Tuttavia l’inchiesta ha accertato che si è trattato solo di “un errore di valutazione” e il dipendente Boe non è accusato di alcun atto illecito.
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