Ok all'amministrazione straordinaria e prestito ponte. Il ministro: "Ci vuole un'alleanza con un'azienda di trasporto aereo"

Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari sono i tre commissari scelti dal ministero dello Sviluppo economico per gestire l'amministrazione straordinaria della compagnia, con un mandato che il titolare del Mise ha definito come "ampio ma limitato nel tempo", per trovare un acquirente. Entro quindici giorni dalla pubblicazione del decreto, i commissari pubblicizzeranno un invito per la raccolta di "manifestazioni d'interesse". Le procedure da espletare nel termine di sei mesi dalla concessione del finanziamento, dovranno assicurare il rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento e non discriminazione.

CALENDA: ENTRO 15 GIORNI APERTURA A INTERESSE. Su Alitalia "oggi non ci sono trattative sul tavolo. I commissari devono predisporre un programma ed è previsto che entro 15 giorni incomincino ad aprire alle manifestazioni di interesse. Quando queste arriveranno le valuteremo". Così il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ai microfoni di Radio Anch'io su Radio1. "Ci vuole un'alleanza con un'azienda di trasporto aereo, perché oggi il problema di Alitalia è la scala, 10 volte meno di Lufthansa. Bisogna vedere cosa c'è sul piatto, i commissari lo faranno", ha aggiunto il ministro Calenda. Il prestito da 600 milioni concesso dal governo "è un male necessario e inevitabile" perchè "se mettessimo gli aerei a terra ci sarebbe un danno economico e di immagine ingente e le connessioni nel paese sarebbero sganciate per settimane". "Abbiamo cercato di evitare di arrivare a questo punto. C'erano degli investitori che avrebbero messo 2 miliardi di euro, e li abbiamo portati a un tavolo con i sindacati per un accordo che poi è stato bocciato", ha spiegato ancora il ministro.

"Qualunque idea è benvenuta, tanto più se arriva dal segretario del partito di maggioranza del governo, la cosa importante è che tenga contro che serve un'alleanza con una grande compagnia internazionale, altrimenti rischia di essere difficile" ha detto Calenda sul piano per il futuro di Alitalia che il neo-segretario del Pd Matteo Renzi vorrebbe presentare entro il 15 maggio. Secondo indiscrezioni il progetto potrebbe prevedere una quota statale e una nuova alleanza con gli investitori del Qatar. "Il governo ha escluso la nazionalizzazione di Alitalia. I cittadini hanno pagato 8 miliardi per la compagnia di bandiera, sono molto attenti a come vengono spesi i loro soldi e dobbiamo esserlo anche noi", ha precisato Calenda.
 

PRESTITO PONTE. "Il governo ha disposto un prestito ponte di 600 milioni di euro per sei mesi" ha fatto sapere il ministro Calenda al termine del Cdm, spiegando che "è il massimo che si possa fare a oggi". Intervenire "fa parte dei doveri di responsabilità del governo" ha commentato il premier Paolo Gentiloni, ribadendo che qualsiasi nazionalizzazione, presente e futura, dell'azienda è "esclusa" "I nomi individuati dal Governo per il commissariamento di Alitalia sono quelli di esperti capaci – ha commentato la Fit-Cisl – ci auguriamo che il loro lavoro non porti alla svendita di Alitalia ma che miri al contrario alla ricerca di nuovi investitori e al conseguente rilancio della compagnia".

Già in mattinata l'assemblea dei soci e il consiglio d'amministrazione e avevano confermato l'avvio delle procedure per l'amministrazione straordinaria dopo la bocciatura da parte dei lavoratori ad un piano industriale 'lacrime e sangue' che prevedeva esuberi e riduzione degli stipendi.

"L'assemblea degli azionisti di Alitalia, riunitasi ieri, ha preso atto, con grande rammarico, dell'esito del referendum tra i propri dipendenti, che ha di fatto precluso l'attuazione del rilancio e della ristrutturazione della società – si legge nella nota diffusa al termine della riunione -. I soci italiani ed Etihad, convinti del potenziale di crescita dell'azienda, si erano resi disponibili a finanziare il piano industriale per 2 miliardi di euro", il quale però è "venuto meno con l'esito del referendum dei dipendenti".

"I voli e le operazioni Alitalia non subiranno alcuna modifica e continueranno secondo la programmazione prevista", ha precisato l'azienda, confermando le ipotesi degli ultimi giorni: per l'estate i turisti non dovrebbero avere problemi. La palla passa ora al Governo, in primis al ministero dello Sviluppo economico (Mise), che tramite decreto aprirà l'apposita procedura per la nomina dell'organo commissariale straordinario. L'organo dovrebbe essere composto da due o tre commissari. Questi, come ha spiegato la settimana scorsa il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, avranno "il compito di provvedere alla gestione dell'impresa e di predisporre e attuare il programma che consenta una gestione conservativa dell'insolvenza". Per la figura commissariale restano in pole i nomi di Luigi Gubitosi e Enrico Laghi, e si è parlato anche dell'ex Fs e Finmeccanica Mauro Moretti, su cui pesa però la condanna in primo grado per la strage di Viareggio. Il commissariamento dovrebbe essere formalizzato dal Consiglio dei ministri in una riunione ad hoc che dovrebbe essere convocata, secondo quanto si apprende, ieri nel pomeriggio.

Nel frattempo, palazzo Chigi ha concordato con Bruxelles di non considerare aiuto di Stato il prestito ponte da 300-400 milioni di euro (ma la cifra potrebbe salire ancora) necessario a garantire la sopravvivenza dell'ex compagnia di bandiera nei sei mesi di commissariamento. Sul prestito ponte è al lavoro il ministero del Tesoro, che licenzierà un apposito decreto. "Non si può fare fallire Alitalia dal mattino alla sera – aveva detto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda – da domani non ci sarebbero più collegamenti per moltissime delle destinazioni italiane e per un periodo i collegamenti sarebbero staccati. Non ci sarebbero subito altre aziende pronte a prenderli. E ci sarebbe uno shock per il Prodotto interno lordo (Pil), superiore rispetto allo scenario di un periodo di sei mesi coperto dal prestito del governo per trovare un acquirente".

Cosa sarà del futuro, però, è tutto ancora da vedere. "Spero che chi arrivi compri non lo spezzatino ma l'insieme dell'azienda. Ma lo farà chiedendo delle condizioni", sottolineava il titolare del Mise. "Prendendosi un po' di tempo le condizioni per una soluzione ci sono", ha detto l'ex premier a 'Porta a porta', offrendo come modello Meridiana. "Sembrava impossibile, non è stato facile, ma ora Qatar ha risolto la questione e la compagnia ha una prospettiva", ha detto Renzi che, riconquistato il Pd, ha promesso di presentare entro il 15 maggio il suo piano per Alitalia.
 

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