“La quotazione del caffè da due anni a questa parte ha assunto un valore che non ha nulla a che fare con l’economia reale. Non è più decisa da madre natura, ma è determinata soprattutto dalle speculazioni”. Lo dice Cristina Scocchia, amministratrice delegata di Illycaffè, a LaPresse, commentando i possibili riflessi delle ultime dichiarazioni di Trump sull’intenzione di ridurre alcune tariffe sul caffè.
L’ipotesi di una riduzione dei dazi
Anche il segretario Usa al Tesoro Scott Bessent ha ipotizzato esenzioni dei dazi per questa materia prima. Dichiarazioni che hanno spinto i trader a chiudere le posizioni lunghe, più speculative, con i contratti dei future sul caffè finite ai minimi registrati nelle ultime settimane. Lo scenario è dunque instabile e complesso, tra fattori climatici e tensioni commerciali. “Ci sono dei problemi di minori precipitazioni di piogge in Brasile – spiega Scocchia – e questo fa pensare a una possibile riduzione del 5-10% del raccolto brasiliano a causa del clima più caldo e più secco delle aspettative. Detto questo, stiamo però parlando di una riduzione molto bassa, così come quando parliamo del recente passaggio di un tifone in Vietnam che ha ulteriormente innervosito i mercati. Ma il problema principale sono e rimangono le speculazioni. E ne è ulteriore riprova proprio la riduzione dei futures dopo le dichiarazioni di Trump. Nel giro di poche ore abbiamo visto che c’è stato un calo della materia, prima di 20 centesimi di dollaro per libbra, quindi siamo arrivati a 399 cents, poco sotto la soglia psicologica dei 400. Ma eravamo arrivati a 420 sino a due giorni prima”.
Scocchia: “Ci auguriamo impatto rapido dichiarazioni Trump”
A questo punto, prosegue, “ci auguriamo che le ultime dichiarazioni di Trump abbiano un impatto rapido e possano aumentare la velocità di discesa dei prezzi del caffè. L’aspettativa è che gli Usa riducano i dazi nei confronti del Brasile (oggi al 50%) o di altri paesi interessati dalla produzione”, ma è difficile quantificare i possibili impatti se ciò accadesse.
Scocchia usa la cautela. “Di fatto – dice l’ad di Illycaffè – intorno al caffè verde c’è una bolla finanziaria. Ora è importante capire se la riduzione delle tariffe sarà significativa e consistente. Un terzo di tutto il caffè importato dagli Stati Uniti arriva dal Brasile ed è tantissimo. In questo momento i produttori americani ovviamente non vogliono importare il caffè pagando il 50% di dazio con un costo fuori da ogni logica finanziaria. Quindi è vero che negli Stati Uniti l’offerta è inferiore alla domanda, ma è a causa delle tariffe, perché se noi guardiamo invece a ‘madre natura’, come mi piace definirla, il totale di tonnellate disponibili a livello globale è superiore alla domanda, quindi non c’è ragione per cui questo prezzo sia così alto. Purtroppo ci vorrà parecchio tempo per avvertire l’ effetto di un’ eventuale riduzione dei dazi sui prezzi, perché tutti noi compriamo il caffè 6-9 mesi prima di tostarlo , confezionarlo e metterlo sul mercato”.
“Nelle ultime settimane prezzi superiori ai 400 cents per libbra, verso ulteriore aumento tazzina”
Per quanto riguarda, nello specifico, Illycaffè “noi stiamo comprando ora quella che poi sarà la scorta con cui produrremo per almeno i primi mesi del 2026”, dice l’ad. Le aziende hanno acquistato e stanno comprando nelle ultime settimane a prezzi superiori ai 400 cents per libbra. “Anche se si verificasse un taglio delle tariffe nelle prossime settimane, è ovvio che l’impatto sul mercato sarebbe visibile solo nella seconda metà del 2026”, spiega Scocchia. Intanto sappiamo che rispetto al 2021 il prezzo della tazzina al bar è salito del 20%, arrivando a 1,22 euro rispetto a un euro del 2021. Scocchia si aspetta che “ci saranno ulteriori rialzi a gennaio dei prezzi del caffè e quindi della tazzina al bar, visto che le aziende stanno comprando a prezzi molto alti e c’è comunque un limite alla contrazione dei margini che sia i produttori di caffè sia i baristi possono sostenere”.
Un aumento del prezzo della tazzina tra il +5 e il +10% sembra essere realistico per Scocchia. Inoltre questo incremento – fa notare “potrà variare da città a città, perché l’Italia è lunga e stretta. E ci sono città in cui l’euro e mezzo è stato ampiamente superato e città invece che si attestano ancora intorno a un euro”. Quel che è certo è che il costo della materia prima del caffè è cresciuto tre volte rispetto alla media storica. “La media storica tra il 2015 e il 2021, per sei anni, è stata tra 100 e 130 cents alla libbra, quasi una commodity a prezzi fissi – sottolinea Scocchia-Adesso siamo a più di tre volte tanto e purtroppo da molti mesi ormai”.
Negli ultimi due anni continui aumenti dei prezzi
Nel 2024 il prezzo medio è passato dai 100-130 cents alla libbra a 280-300 cents e adesso siamo a 400.“E’ un periodo lungo per le aziende. – spiega l’ad – C’è stato nel 2022 un primo aumento del costo della materia prima, poi nel 2023 è salito ancora. Credevamo che il 2024 fosse l’anno peggiore a 280-300 cents; invece il 2025 si sta dimostrando ancora peggio per varie cause, fra cui la prima è la speculazione”. In questo contesto di prolungate tensioni sui prezzi le aziende del settore vedono “una compressione dei margini molto significativa”. Le imprese cercano di fronteggiare la situazione. Anche Illycaffè è concentrata a farlo come spiega Scocchia: “Noi abbiamo deciso di riversare circa un terzo dell’aumento dei costi della materia prima sul prezzo finale e di accettare per i restanti due terzi una contrazione della nostra marginalità: ci è sembrato l’approccio più giusto per tutti i consumatori e i partner della distribuzione”.
Scocchia spiega che “questo è un approccio che continueremo ad avere in futuro. Quindi anche per il 2026 ci aspettiamo di ritoccare i prezzi verso l’alto, ma lo faremo cercando di attuare sempre un bilanciamento tra quanto riversiamo a valle e quanto invece lasciamo a monte sulle nostre spalle a livello di contrazione della marginalità”. “Illycaffè dopo un 2024 con un fatturato incrementato del 6%, quest’anno ha l’obiettivo di confermare la crescita a livello di fatturato – prosegue -. Nei primi sei mesi siamo cresciuti a doppia cifra e confermiamo che per tutto il 2025 ambiamo a una crescita a doppia cifra, soprattutto grazie a un aumento dei volumi in tutti i canali e in tutti i paesi. Tutto ciò, ovviamente, accettando però che la profittabilità diminuisca”.
Scocchia ricorre a una metafora sottolineando la consapevolezza che questa è “una fase per le aziende del caffè più simile a un inverno che non a una primavera, una fase in cui il costo della materia prima impone un periodo molto duro”. “Serve saper dimostrare pazienza e resilienza, perché anche se ci fosse un miglioramento domani mattina non si riverserà sui conti delle aziende e quindi sul mercato prima di 6-9 mesi”. Per l’ad di Illycaffè “la parola d’ordine è che “in salita si accelera e la salita rimane molto dura, molto ripida” ed è necessario “scollinare facendo investimenti”. E “noi stiamo continuando ad investire, certi che questa tempesta perfetta finirà. E vogliamo che in quel momento l’azienda sia nella posizione competitiva più forte possibile”.

