Pausa della banca centrale dopo dieci aumenti consecutivi. Ma altri ne arriveranno, e non si parlerà di tagli prima di un paio d'anni
Dopo dieci rialzi consecutivi che hanno portato i tassi di riferimento dallo 0,5% di marzo 2022 al 5,25% di maggio, la Federal Reserve tira il fiato e fa una pausa. Quella che in conferenza stampa il presidente Jerome Powell ha definito brevemente “salto”, salvo poi correggersi. I tassi restano dunque al livello 5%-5,25%, quello raggiunto a maggio con l’ultimo rialzo da 25 punti base. Una decisione, come spiegato al termine del meeting, tramite la quale il Federal Open Market Committee può “valutare ulteriori informazioni e le loro implicazioni per la politica monetaria”. E “nel determinare l’entità dell’ulteriore inasprimento della politica che potrebbe essere appropriato per riportare l’inflazione al 2% nel tempo“, il Fomc terrà infatti “conto dell’inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull’attività economica e sull’inflazione e degli sviluppi economici e finanziari“. Powell ha poi spiegato in conferenza che “abbiamo fatto molta strada” ma “gli effetti devono ancora essere percepiti appieno”.
Powell: “Fortemente impegnati per inflazione al 2%”
La decisione per questa pausa è stata presa “alla luce dei progressi compiuti nell’inasprimento della politica monetaria, degli incerti ritardi con cui questa influisce sull’economia e dei potenziali venti contrari derivanti dall’inasprimento del credito”. Powell ha però rassicurato, come nei precedenti meeting, che “rimaniamo fortemente impegnati a riportare l’inflazione verso il nostro obiettivo del 2%“. In futuro, già a partire da luglio, potrebbero in ogni caso servire altri rialzi. “La decisione di non effettuare rialzi ad ogni riunione e di mantenere i tassi fermi in questa riunione è una continuazione” del processo di moderazione dei rialzi dei tassi “man mano che ci si avvicinava alla meta”, ha spiegato Powell, sottolineando che dopo questa pausa, che non consiste nell’aver “saltato” un giro, “potrebbe avere senso che i tassi aumentino, ma a un ritmo più moderato”. Il presidente della Fed ha infatti precisato che “la decisione presa oggi dal comitato riguardava solo questa riunione. Non abbiamo preso alcuna decisione in merito al futuro, né su cosa accadrà alla prossima riunione, né abbiamo deciso o discusso di un approccio a riunioni alterne o di qualsiasi altro tipo”. L’inflazione negli Usa, che sta rallentando, presenta ancora “rischi” che sono “al rialzo”. Le condizioni si sono fatte sufficientemente restrittive, ma i membri della Fed non pensano “di essere ancora a buon punto con l’inflazione, perché stiamo solo guardando i dati. E se si guarda all’intera gamma di dati sull’inflazione, in particolare a quelli core, non si vedono molti progressi nell’ultimo anno. L’inflazione complessiva è diminuita in modo sostanziale, ma noi consideriamo l’inflazione di base come un indicatore migliore dell’andamento dell’inflazione in generale”.
Un paio d’anni prima di parlare di tagliare i tassi
Powell ha chiarito che al Fomc “vedere una prova credibile del fatto che l’inflazione sta raggiungendo il suo picco e poi sta scendendo”. E prima di poter parlare di taglio dei tassi, il lasso di tempo è di “un paio d’anni”. Ovvero “sarà opportuno tagliare i tassi nel momento in cui l’inflazione scenderà in modo davvero significativo” e “stiamo parlando di un paio d’anni. Come tutti possono vedere, nessuno dei membri del comitato ha previsto un taglio dei tassi per quest’anno, né credo che sia probabile che sia appropriato, se ci pensate”, ha aggiunto Powell riferendosi alla pubblicazione del Summary of Economic Projections che viene aggiornato quattro volte l’anno, nel quale la previsione della mediana dei tassi è stata rialzata al 5,6% per fine 2023 e al 4,6% per il 2024. Le previsioni per l’inflazione Pce per quest’anno sono riviste dal 3,3% al 3,2%, ma cresce la previsione per il dato ‘core’, che passa dal 3,6% di marzo al 3,9% di oggi. Cresce anche la stima per il Pil nel 2023, che passa da +0,4% a +1%.
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