"Nelle prossime riunioni sarà opportuna un'ulteriore normalizzazione", ha scritto la Banca Centrale nel suo ultimo bollettino economico. Preoccupa l'inflazione, ancora "su livelli superiori a quelli desiderabili"
Milano, 4 ago. (LaPresse) – “Nelle prossime riunioni sarà opportuna un’ulteriore normalizzazione dei tassi di interesse. L’evoluzione futura dei tassi di riferimento continuerà a essere dipendente dai dati e contribuirà al conseguimento dell’obiettivo di inflazione del 2 per cento nel medio termine da parte del Consiglio direttivo”. La Banca Centrale Europea, nel suo bollettino economico, ha confermato la prospettiva di altre strette sui tassi di interesse dopo il rialzo di luglio, il primo da 11 anni. Ha però specificato che il suo approccio alla politica monetaria resterà graduale e che ogni futura decisione dipenderà dall’andamento di economia e inflazione.

L’Eurotower di Francoforte, sede della Bce. L’istituto si aspetta che l’inflazione resti sopra gli obiettivi del Consiglio direttivo “per qualche tempo”
Francoforte ha rilevato in particolare che il carovita “continua a mantenersi su livelli superiori a quelli desiderabili e ci si attende che rimanga al di sopra dell’obiettivo fissato dal Consiglio direttivo per qualche tempo”. Dall’altra parte, il tentativo di combattere l’inflazione dovrà evitare il rischio di rallentare la crescita economica del continente, già frenata dalle tensioni geopolitiche. “I dati più recenti indicano un rallentamento della crescita che getta delle ombre sulle prospettive per la seconda metà del 2022 e oltre. Allo stesso tempo, tale rallentamento è attenuato da una serie di fattori favorevoli”, ha scritto la Bce, facendo riferimento alla riapertura dell’economia dopo la pandemia e al vigore del mercato del lavoro.
Infine, l’istituto guidato da Christine Lagarde si è soffermato sui rischi relativi agli spread dopo l’avvio, nella giornata del 3 agosto, dello “scudo anti-frammentazione” con l’acquisto da parte della Bce di titoli italiani per 10 miliardi. “A livello di singoli paesi, il calo maggiore dei differenziali è stato osservato per la Grecia, con una diminuzione di 55 punti base del differenziale sul rendimento dei titoli di Stato decennali nel periodo di riferimento. La diminuzione dei differenziali sui titoli di Stato decennali di Spagna e Francia è stata meno pronunciata, con valori pari, rispettivamente, a 1,5 e 4,5 punti base. Anche il differenziale sul rendimento dei titoli di Stato decennali per l’Italia è diminuito complessivamente di 8 punti base, mala sua volatilità è aumentata verso la fine del periodo in esame, di riflesso alla crisi politica in atto nel paese”.
Le dichiarazioni della Bce non hanno scosso le borse europee, che proseguono sopra la parità. A Milano il Ftse Mib guadagna lo 0,74% mentre Parigi cresce dello 0,73% e Francoforte dello 0,84%.
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