Lo stesso Altavilla ha deciso di ritirarsi dalla corsa perché avrebbe accettato solo se fosse stato proposto come unico nome

Il cda di Tim si avvia a nominare Luigi Gubitosi nuovo amministratore delegato al posto dello sfiduciato Amos Genish. Dopo una giornata convulsa di trattative, Gubitosi ha ricompattato i consiglieri indipendenti indicati da Elliott. L'attuale commissario di Alitalia, eletto dalla lista del fondo di Paul Singer, supera allo sprint finale un altro indipendente, Alfredo Altavilla, ex capo Europa e Medio Oriente di Fca.

Lo stesso Altavilla ha deciso di ritirarsi dalla corsa perché avrebbe accettato solo se fosse stato proposto come unico nome. L'altro papabile, Rocco Sabelli, non è stato mai in pole. Gubitosi ha effettuato il sorpasso su Altavilla per la sua esperienza nel campo delle tlc. Il top manager è stato infatti a.d. di Wind e direttore generale della Rai, ruolo da non sottovalutare nell'epoca della convergenza. L'ex braccio destro di Sergio Marchionne, invece, è partito in vantaggio, ma la sua figura si è poi indebolita quando si è proposto di affiancargli una figura forte, come un direttore generale, per la sua scarsa esperienza nelle telco.

Nel corso di una conference call tra i consiglieri eletti da Elliott – dieci sui quindici totali – lo stesso Altavilla si è fatto da parte. Sia lui sia Sabelli voteranno domani per Gubitosi, che a questo punto non teme i voti negativi dei cinque amministratori in quota Vivendi. Il fatto che Gubitosi dovrà lasciare il suo ruolo di commissario della ex compagnia di bandiera in un momento caldo solleva tuttavia qualche timore.

Quello che accade in "Tim è un'operazione di mercato", dichiara il ministro allo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, "noi non interferiamo". Ma dubbi sarebbero stati sollevati in seno al M5S. "Benché molto preoccupati per il futuro di Alitalia, al momento non sono programmati scioperi", garantiscono unitariamente Filt, Cgil, Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo. Gubitosi dovrà mettere a punto un nuovo piano. Il nodo più spinoso riguarda quello della rete, che potrebbe essere fusa con Open Fiber e deconsolidata in modo da alleggerire Tim del debito, come vorrebbe Elliott e come non piace a Vivendi. Il governo è sceso in campo con un emendamento al decreto fiscale cha facilita l'integrazione tra le reti Tim e Open Fiber, società al 50% di Enel e al 50% di Cdp, presentato da Emiliano Fenu (M5S).

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