Fitch rivede al ribasso la crescita dell'Italia. Secondo quanto riporta il Global Economic Outlook dell'agenzia di rating, il Pil del nostro Paese passa allo 0,8% quest'anno, dall'1% stimato in precedenza, e all'1% sia per il 2017 sia per il 2018, dai rispettivi 1,3% e 1,1%. Secondo Fitch "la lenta ripresa ciclica rispetto alla zona euro riflette le debolezze strutturali e le rigidità dell'economia, e mette in evidenza la vulnerabilità dell'economia italiana a shock avversi".
Gli economisti dell'agenzia di rating mettono in evidenza in particolare "l'intensificazione delle tensioni del settore bancario" che "può comportare un certo inasprimento delle condizioni del credito". Fitch nota come i rischi legati alla Brexit possano pesare "sui problemi irrisolti della qualità degli attivi delle banche italiane".
Nel complesso, la crescita mondiale, basata sul gruppo 'Fitch 20' di Paesi che vengono usati come riferimento per la crescita globale, dovrebbe essere dello 0,1% più debole rispetto alle previsioni di maggio sia nel 2017 sia nel 2018. Gli economisti dell'agenzia vedono un Pil delle economie avanzate in crescita dell'1,5% nel 2016 e l'anno prossimo, e del 3% nel 2018.
"Il dibattito politico nel Regno Unito sulla Brexit evidenzia preoccupazioni con un impatto della globalizzazione e l'immigrazione non solo in Europa, ma in altre grandi economie di tutto il mondo", dice Brian Coulton, capo economista di Fitch, precisando che "il rischio di eventi politici che perturbino la fiducia del mercato è aumentata". La crescita del Regno Unito nel 2017 è stata fortemente ridimensionata, con una stima al 0,9%, 1,1 punti sotto la previsione di maggio. L'aumento del Pil della zona euro nel 2017 è stato ridotto all'1,4% dall'1,6%.
Inoltre la Brexit, stando al rapporto, dovrebbe rallentare il ritmo di normalizzazione monetaria, soprattutto negli Usa. "Fitch si aspetta che la Fed alzi i tassi solo una volta nel 2016 e due volte nel 2017, rispetto alla nostra precedente previsione di maggio di due aumenti dei tassi nel 2016 e tre nel 2017", aggiunge il capo economista. "Nella zona euro – prosegue – è sempre più probabile che la Bce estenda il suo programma di acquisti di asset oltre marzo 2017, ma potrebbe essere necessario rivedere i criteri di ammissibilità al programma per farlo. Sia Bank ok England sia Bank of Japan taglieranno probabilmente presto i tassi".

