Wolfsburg (Germania), 23 set. (LaPresse) – Lo scandalo delle emissioni diesel ‘truccate’ costa la poltrona al potente a.d. di Volkswagen, Martin Winterkorn, che si è dimesso al termine di un faccia a faccia con il comitato esecutivo del gruppo. Winterkorn ha parlato della necessità di un “nuovo inizio” e si è detto “scioccato”. L’a.d. è stato obbligato ad assumersi la colpa di un caso che potrebbe costare a Vw 18 miliardi di dollari di multa negli Stati Uniti e ulteriori oneri per le inchieste che sono state aperte in tutto il mondo, dall’Europa all’Asia. “Mi assumo tutte le responsabilità”, ha detto l’a.d., che tuttavia nega alcuna “cattiva condotta” da parte sua.

Il 68enne Winterkorn, al timone di Volkswagen dal 2007, era appena uscito vincitore nella scorsa primavera da un duello al vertice che aveva portato all’uscita dell’ex presidente Vw, Ferdinand Piech. L’a.d., per cui era previsto un rinnovo del mandato venerdì, ha pagato le dimensioni dello scandalo, il più grande per la casa in 78 anni di storia: 11 milioni di auto coinvolte in tutto il mondo e un maxi-accantonamento, per ora, da 6,5 miliardi di euro. Il top manager ha perso così l’appoggio di alcuni soci forti, tra cui l’amministrazione della Bassa Sassonia, che detiene circa il 20% del gruppo e ci ha rimesso 2,5 miliardi. Il valore bruciato in Borsa ammonta complessivamente a quasi 25 miliardi di euro tra lunedì e martedi, con un recupero oggi del 5,9% per le azioni privilegiate e del 6,92% per le ordinarie proprio sulle voci di uscita di Winterkorn. Il rimbalzo non ha evitato che Fitch mettesse Vw sotto osservazione per un possibile downgrade.

Il cds di Volkswagen ha detto che la rosa di nomi per il successore dell’a.d. uscente sarà esaminata nella riunione di venerdì. Tra i papabili c’è il capo di Porsche, Matthias Mueller. Chiunque venga nominato, dovrà tuttavia affrontare nuove sfide legate allo scandalo. “Invitiamo tutti i 28 Stati membri a svolgere le indagini necessarie e a riferire alla Commissione europea”, ha detto oggi una portavoce di Bruxelles, sottolineando che l’esecutivo Ue ragiona nell’ottica della “tolleranza zero quando si tratta di frodi”. “Andremo fino in fondo”, ha spiegato ancora la portavoce, ricordando che la Commissione ha già cambiato le norme per passare dai test in laboratorio a quelli su strada, che partiranno nel 2016.

Per i costruttori europei, raccolti nell’Acea, il caso Volkswagen mette sotto pressione tutta l’industria dell’auto e va preso “molto seriamente”, ma “non ci sono le prove che questo sia un problema di tutto il settore”. Nel frattempo il governo tedesco ha negato di essere già a conoscenza delle irregolarità di Vw prima dello scoppio del caso, come riportato dal giornale tedesco ‘Die Welt’. “Ho messo bene in chiaro che le accuse sono false e inappropriate”, ha affermato il ministro dei Trasporti, Alexander Dobrindt, aggiungendo di aver saputo della manipolazione dei dati dai giornali.

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