Roma, 28 gen. (LaPresse) – “L’economia italiana sta toccando il fondo della dura recessione, la seconda in cinque anni. Si delineano i presupposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa”. E’ quanto si legge nella congiuntura flash di gennaio del Centro Studi di Confindustria. Secondo il Csc “la sfiducia ha compresso la domanda interna ben oltre quanto giustificato dalla situazione oggettiva dei bilanci familiari e aziendali: gli acquisti di beni durevoli sono scesi molto più del reddito reale disponibile, gli investimenti sono ai minimi storici in rapporto al Pil e le scorte sono bassissime”. Tuttavia, prosegue il report, “contemporaneamente vengono meno o si allentano le tre cause del regresso: credit crunch, iper-restrizione dei bilanci pubblici e frenata della domanda globale”. Gli economisti di viale dell’Astronomia precisano comunque che “rimarranno deboli le costruzioni, per le quali vanno prese misure specifiche”. Il Csc ritiene che “nel sistema globale l’incertezza politica si è quasi dissolta” anche se all’appello manca il voto in Germania. Alle misure della Bce si devono i “continui segnali di progresso” nell’eurozona innescati dal “contagio positivo” delle decisioni assunte dall’Eurotower. Di una “ritirata dell’avversione al rischio” dovrebbero beneficiare i cosiddetti ‘Piigs’ (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna). Inoltre il Centro studi sottolinea che la Cina “è ripartita” e “gli altri seguiranno”. Negli Usa viale dell’Astronomia sottolinea come sia “risorta” l’edilizia residenziale “nei prezzi e nei volumi, e questo sosterrà fiducia e spesa dei consumatori”. Infine, le materie prime “specie il petrolio, fiutano il riavvio mondiale”.

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