Mosca (Russia), 27 lug. (LaPresse/AP) – Un tribunale arbitrale in Siberia ha condannato il gigante petrolifero britannico BP a pagare 3,1 miliardi di dollari di compensazione per un fallito tentativo di allenaza tra la joint venture TNK-BP e la russa Rosneft. La causa è partita dalla denuncia di un azionista di minoranza di TNK-BP. Il portavoce della compagnia petrolifera britannica in Russia, Vladimir Buyanov, ha detto che considera la sentenza della corte arbitrale della regione di Tyumen “ingiusta” e che dal ricorso in appello si aspetta “un verdetto fondato e giusto”. Lo scorso anno un affare multimiliardario tra BP e Rosneft era stato bloccato dagli azionisti di TNK-BP che sostenevano che l’accordo fosse stato stipulato in automia dal colosso britannico, in violazione dunque del patto parasociale. Il portavoce di BP sostiene invece che la joint venture non può essere considerata parte lesa in quanto “non è mai stata vista come parte potenziale della transazione”. Inoltre, all’inizio del mese Rosneft ha manifestato interesse in un eventuale ingresso nel capitale di TNK-BP, che è il terzo più grande produttore di petrolio in Russia ed è per il 50% in mano al gruppo britannico e per l’altrà metà proprietà di AAR, un consorzio di miliardari russi. Il 50% delle azioni della joint venture ha un valore stimato in 18 miliardi di dollari.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata