Nel 1926 le fu assegnato il Premio Nobel per la letteratura, 10 anni prima della sua scomparsa

Sono passati ottant'anni dalla morte della scrittrice di Nuoro Grazia Deledda, novanta dal Premio Nobel per la letteratura che le fu assegnato dieci anni prima della scomparsa, nel 1926. Classe 1871, una donna anticonformista, le cui opere vennero riprodotte in pellicola anche per la televisione.

"Per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano", sono le motivazioni con cui la giuria della prestigiosa onorificenza letteraria decise di dedicarle il riconoscimento.

Tradotta in diverse lingue, Deledda fece conoscere al mondo la cosiddetta 'letteratura della Sardegna'. Non fu una strada facile, quella della scrittrice sarda, protesa a descrivere la realtà della sua isola in tutta il suo folclore, in cui la rusticità e rudezza del paesaggio si accompagna con un estroso e romantico senso della vita. Inizialmente Deledda venne inquadrata dalla critica nell'ambito della scuola verista, tanto da essere definita "degna scolara di Giovanni Verga". Ma la maggior parte degli intellettuali sardi del suo tempo non accettò la sua operazione letteraria, troppo simile al vero quotidiano in cui, in un mondo arcaico, prendeva la parola una donna moderna con le sue inquietudini. Anzi: le sue opere le procurarono antipatie anche tra gli abitanti della stessa città natale, Nuoro, in cui Deledda ambientava le sue storie.

La prima notorietà, grazie a una scrittura vivida e mai separata dalla realtà, arriva nel 1895 con 'Anime oneste', preceduto dal primo romanzo 'Fior di Sardegna' del 1982 e seguito da 'La giustizia' del 1899. Nel 1900, allo scoccare del nuovo secolo, Deledda si sposa e si trasferisce a Roma.

L'approdo nella capitale le permette di spiccare il volo nel mondo letterario. Celebre 'Canne al vento' del 1913, considerato il suo capolavoro. E' del 1937 la pubblicazione postuma di 'Cosima, quasi grazia', opera autobiografica a partire dal titolo (il nome per esteso di Deledda è Grazia Maria Cosima Damiana) nella quale l'autrice ripercorre gioie e dolori della sua vita.

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