Il legale del cugino dell'intellettuale mira a far riaprire le indagini sulla morte avvenuta nella notte tra l'1 e il 2 novembre 1975

 A 41 anni esatti dalla morte di Pier Paolo Pasolini potrebbero riaprirsi le indagini sull'omicidio dello scrittore avvenuta sulla spiaggia dell'Idroscalo di Ostia nella notte fra l'1 ed il 2 novembre del 1975. E' questo l'intento di Stefano Maccioni, legale di Guido Mazzon cugino dell'intellettuale friulano. Lo scenario tracciato dall'avvocato punta a dimostrare la presenza sulla scena del crimine di una terza persona oltre a quelle di Pasolini e di Pino Pelosi, il 17enne fermato la notte stessa del fatto alla guida dell'auto dell'chiacchierato artista. Il 'ragazzo di vita' raccontò che l'omicidio scaturì a seguito di una lite per pretese sessuali di Pasolini verso le quali Pelosi era riluttante. Il giovane sarebbe stato avvicinato da nelle vicinanze della Stazione Termini, presso il Bar Gambrinus di Piazza dei Cinquecento, e poi invitato da Pasolini sulla sua Alfa Romeo 2000 GT Veloce dietro la promessa di un compenso in denaro.

In primo grado Pelosi fu condannato per omicidio volontario in concorso con ignoti, mentre l'Appello riformò parzialmente la sentenza di primo grado, escludendo ogni riferimento al concorso di altre persone nell'omicidio. Nel 2005 Pelosi però ritrattò la sua versione affermando di non essere l'esecutore materiale del delitto, dichiarando che l'omicidio era stato commesso da altre tre persone. Per chiedere la riapertura del caso l'avvocato Maccioni spiega che "la nostra genetista forense Marina Baldi ci dice che su una maglia di lana a maniche lunghe che indossava Pelosi ci sono due dna, quello del soggetto 2 ignoto, misto al codice genetico di Pasolini (e già rinvenuto su diversi reperti, ndr), e un altro, ricavato da una macchia ematica, appartenente a un soggetto 3 ignoto. Ciò significa che sulla scena dell'omicidio c'era almeno un'altra persona".

Sulla morte di Pasolini negli anni, oltre alla verità giudiziaria, sono state avanzate diverse ipotesi da quella di una rapina finita male fino a quella che punta all'omicidio politico con il coinvolgimento anche della 'Banda della Magliana' collegando la morte di Pasolini alle sue accuse a importanti politici di governo di collusione con le stragi della strategia della tensione. "Sarebbe un peccato se si scrivesse la parola fine a questa storia lasciando in piedi ancora dubbi e interrogativi", la conclusione di Maccioni dopo la presentazione delle nuove prove.

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