L'accusa durante l'omelia ad Amatrice

"Il terremoto non uccide, uccidono piuttosto le opere dell'uomo". Così il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, durante l'omelia dei funerali solenni per le vittime del terremoto di Amatrice. "I paesaggi che vediamo e che ci stupiscono per la loro bellezza sono dovuti alla sequenza dei terremoti – ha proseguito –  Le montagne si sono originate da questi eventi e racchiudono in loro l'elemento essenziale per la vita dell'uomo: l'acqua dolce. Senza terremoti non esisterebbero dunque le montagne e forse neppure l'uomo e le altre forme di vita".

 "La ricostruzione non sia una querelle politica o una forma di sciacallaggio. Si deve fare rivivere una bellezza di cui siamo custodi, disertare questi luoghi sarebbe ucciderli di nuovo, dobbiamo inventarci una forma nuova di presenza" ha sottolineato Pompili.

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