di Maria Elena Ribezzo

Città del Vaticano, 4 nov. (LaPresse) – “Molte delle notizie emerse in questi giorni erano note. Lo scandalo è gia superato dalle riforme del Papa”. E’ la sintesi della riflessione di oggi di padre Lombardi, portavoce vaticano, che va al contrattacco smontando punto per punto gli elementi che stanno emergendo dai due volumi in uscita, ‘Avarizia’ di Emiliano Fittipaldi e ‘Via Crucis’ di Gianluigi Nuzzi.

La documentazione pubblicata, va notato a giudizio di Padre Lombardi, rivela tutto l’impegno di Papa Francesco per riformare e migliorare la situazione amministrativa del Vaticano e della Santa Sede. È “assolutamente surreale”, ha detto, pensare che il Vaticano decida cosa fare in base “ai libri di Nuzzi o Fittipaldi”.

Oggi però la Fondazione Bambino Gesù, Onlus dell’ospedale pediatrico della Santa Sede, ha nominato un nuovo consiglio direttivo, scelto direttamente dal cardinale Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin. Conseguenza delle irregolarità commesse dalla Fondazione e raccontate nel volume di Fittipaldi. Del nuovo board fanno parte anche Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera e Annamaria Tarantola, ex presidente Rai.

Sulla fuga di notizie che ha permesso la stesura dei libri e che ha portato all’arresto di Francesca Chaouqui e di monsignor Lucio Vallejo Balda “non ci sono altri indagati”, ha fatto sapere il gesuita, anche se gli inquirenti stanno continuando le verifiche.

Queste indagini si intrecciano con altre due vicende giudiziarie che si abbattono sulle mura leonine. Una è l’indagine della procura di Roma sugli ex dirigenti dello Ior, l’Istituto per le opere religiose, Paolo Cipriani e Massimo Tulli. Sono accusati di abusiva attività bancaria e finanziaria per fatti avvenuti prima del 2011. Fino al 2011, infatti, lo Ior avrebbe gestito fondi e finanziamenti senza esserne autorizzato, per poi spostare i conti all’estero.

L’altra è l’inchiesta sul presidente di Banca Finnat Giampietro Nattino. Il bancario, che in una nota si è messo a disposizione delle autorità competenti e ha ribadito di aver agito sempre in trasparenza, è accusato di compravendita di titoli e transazioni. Padre Lombardi ha precisato che, in merito, il Vaticano “ha richiesto la collaborazione delle autorità giudiziarie italiana e svizzera mediante lettere rogatorie inoltrate per vie diplomatiche il 7 agosto 2015”.

Eppure, per padre Lombardi, “la strada della buona amministrazione, della correttezza e della trasparenza, continua e procede senza incertezze”. Il Papa e i suoi collaboratori hanno affrontato e continuano ad affrontare “la sfida di un miglioramento dell’uso dei beni temporali al servizio di quelli spirituali con impegno e coraggio”.

“Una gran quantità di informazioni”, come quelle emerse in questi giorni, “va studiata, compresa e interpretata con cura, equilibrio e attenzione. Spesso sono possibili letture diverse a partire dagli stessi dati”, ha precisato Lombardi, portando ad esempio la situazione del Fondo Pensioni. Su questo, “sono state espresse valutazioni molto diverse, da quelle che parlano con preoccupazione di un grande ‘buco’, a quelle che forniscono una lettura rassicurante”. Il volume di Nuzzi riporta che nella revisione attuariale del fondo condotta nel 2011 si stimava un deficit di 40 milioni di euro, mentre l’esame di Cosea (commissione referente di indirizzo) mostra un deficit di almeno 700-800 milioni.

Ma anche sull’utilizzo dei fondi per l’Obolo di San Pietro, che andrebbero solo in minima parte in beneficenza, per il portavoce vaticano non c’è nulla di strano. Secondo il volume di Nuzzi, su 10 euro che nel 2013/2014 entravano in Vaticano per la beneficenza del Santo Padre, 6 finivano a sanare i conti in rosso della Curia, 2 venivano accantonati in un fondo che ormai ammonta a 400 milioni di euro e solo 2 erano nella disponibilità del Papa per la beneficenza prevista. “Gli impieghi dei fondi dell’Obolo sono vari – ha giustificato Padre Lombardi – anche a seconda delle situazioni, a giudizio del Santo Padre, a cui l’obolo viene dato con fiducia dai fedeli per sostenere il suo ministero”.

Insomma, le opere di carità del Papa per i poveri sono una delle finalità essenziali, “ma non è certo intenzione dei fedeli escludere che il Papa possa valutare egli stesso le urgenze e il modo di rispondervi, alla luce del suo servizio per il bene della Chiesa universale”.

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