Roma, 9 apr. (LaPresse) – Una ventina di perquisizioni negli uffici di Equitalia Sud, e perquisizioni effettuate anche negli uffici e nelle abitazioni del direttore regionale Lazio Alessandro Migliaccio e del direttore regionale Calabria, Giovanbattista Sabia. Quindici indagati, 8 misure di custodia cautelare (6 in carcere e 2 ai domiciliari) e il sequestro di 750mila euro tra contanti e immobili da considerare come provento del reato. Questo il bilancio dell’operazione ‘cartella amica’ condotta dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza nelle province di Roma, Napoli, Caserta e Cosenza. Corruzione, concussione, bancarotta fraudolenta e documentale, truffa aggravata ai danni dello Stato e di Equitalia, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, omessa dichiarazione e omesso versamento Iva e Iidd, i reati contestati dalla Procura della Repubblica di Roma.

Facevano richiesta di rateizzazione dei debiti Equitalia, ottenendo – pur non avendone i requisiti – dilazioni di pagamento fino al limite massimo consentito di 72 rate mensili per congelare la pretesa esattoriale e ottenere la revoca di eventuali sequestri o pignoramenti in corso. Pagavano le sole prime rate, in modo da mantenere i benefici ottenuti, e, grazie anche al “monitoraggio” della posizione debitoria “del funzionario infedele di Equitalia” per prevenire, ritardare o ostacolare eventuale procedure esecutive provvedevano alla cancellazione delle aziende dal Registro delle imprese per vanificare qualsiasi pretesa erariale.

Questo il “sistema truffaldino” smascherato dal nucleo speciale polizia valutaria della guardia di finanza nelle province di Roma, Napoli, Caserta e Cosenza grazie all’operazione “cartella amica”. Corruzione, concussione, bancarotta fraudolenta e documentale, truffa aggravata ai danni dello Stato e di Equitalia, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, omessa dichiarazione e omesso versamento Iva e Iidd, i reati contestati dalla Procura della Repubblica di Roma che ha portato il Gip Maria Bonaventura a emettere la misura cautelare in carcere per sei persone e quella dei domiciliari per altre due.

A finire in carcere il funzionario di Equitalia Sud, Salvatore Fedele, sospeso il 19 settembre 2013 a seguito di una serie di perquisizioni effettuate a settembre e reintegrato il primo aprile scorso. È indagato per corruzione, concussione, truffa aggravata ai danni dello Stato e trasferimento fraudolento di valori. In carcere anche diversi esponenti del mondo dei ‘colletti bianchi’. Tra questi, indagato per corruzione, truffa aggravata ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta e reati fiscali il commercialista napoletano Domenico Ballo, il consulente del lavoro di Roma, Mauro Carlini (truffa aggravata ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta), gli imprenditori, in attività tra Roma e Napoli, Licio Ricciardi, Paolo Conte e Antonio Conte (indagati per corruzione, truffa aggravata ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta, reati fiscali). Sono agli arresti domiciliari invece Vincenzo Comes, prestanome di Licciardi e Paolo Conte (truffa aggravata ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta, reati fiscali) e Luisa Musto, moglie di Salvatore Fedele, che risponde di riciclaggio.

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