Il giovane italiano di origine algerina verrà deradicalizzato. Chiuse le chat dove diceva come "far passare una cintura esplosiva"

Era già pronto a colpire con un ordigno rudimentale la scuola che frequentava, il minorenne fermato a Trieste dalla sezione contrasto al 'Cyberterrorismo' della polizia postale. Nato in Italia da genitori di origine algerina, gestiva due gruppi chiusi e diversi canali Telegram in cui inneggiava alla Jihad e teneva le fila di una rete di combattenti e simpatizzanti: la polizia gli contesta proselitismo a favore dell'Isis mediante diffusione e traduzione di contenuti propagandistici.

Quando è stato fermato, nel suo zaino c'erano diversi documenti scritti a mano in arabo e una bandiera del Califfato. Nei suoi canali venivano pubblicati messaggi di propaganda realizzati in arabo dai media ufficiali dello Stato Islamico e tradotti in italiano, rivolti in particolare ai 'lupi solitari'. "'Salve, come faccio a far passare una cintura esplosiva attraverso le porte automatiche?", domandava. "Il materiale utilizzato nella cintura deve essere il […] – rispondeva un militante – Si tratta di un materiale plastico inodore per cui è impossibile che venga scoperta sia dai cani addestrati che dagli apparati di controllo degli aeroporti. E´ possibile che superi i controlli dell'aeroporto con la stessa facilità con cui vengono superati da qualsiasi pezzo di plastica. Con la volontà di Allah ne parleremo dettagliatamente nei prossimi giorni dando indicazione su come fabbricarlo".

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