Nuoro, 19 Nov. (LaPresse) – Il procuratore di Tempio, Domenico Fiordalisi, ha chiuso i fascicoli d’inchiesta aperti all’indomani dell’alluvione del 18 novembre scorso che a Olbia provocò la morte di 6 persone e seminò distruzione. Tra quanti hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini c’è il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli. L’ipotesi di reato a carico del primo cittadino, al pari di quattro assessori ed ex assessori di Urbanistica e Lavori pubblici, più altri 13 indagati tra dirigenti comunali, regionali e tecnici, è omicidio e disastro colposi. Di omissione di soccorso, invece, il pm chiama a rispondere due addetti dell’Anas, che non avrebbero dato seguito alle richieste di intervento per salvare la vita al 35enne Francesco Mazzucco e del figlio Enrico, di appena tre anni, morti entrambi travolti dall’acqua.

La procura contesta l’omicidio colposo anche a Brunetta Poggianti, di Biella, la proprietaria dell’abitazione di Arzachena in cui trovò la morte l’intera famiglia Passoni: il padre Isael, la moglie Cleide Mara Rodrigues, entrambi 42enni, e i figli Weriston e Laine Kellen, di 20 e 16 anni. I quattro morirono annegati nello scantinato adibito ad appartamento che secondo le accuse era privo dell’abitabilità. Il pm, infine, non ha riscontrato responsabilità e chiesto l’archiviazione delle posizioni dell’allora presidente della Regione, Ugo Cappellacci, dell’ex assessore Andrea Biancareddu e dell’ex direttore della Protezione civile sarda, Giorgio Cicalò.

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