Torino, 3 mag. (LaPresse) – E’ stata aggiornata al 18 luglio l’udienza del processo a carico dei No Tav, tra cui Beppe Grillo, al Tribunale di Torino. Il giudice dopo una lunga pausa ha risolto le questione sulla costituzione delle parti accogliendo un’istanza di rinvio per legittimo impedimento da parte di Marco Re, imputato che non si è potuto presentare perché ricoverato in ospedale. Quando la corte si è ritirata il pubblico ha applaudito verso Giorgio Rossetto, chiuso nella cella di sicurezza dei carcerati, e ha gridato “A sarà dura”. Al termine dell’udienza, Grillo ha commentato dicendo: “Parlano degli sprechi via web, ce li indichino. E questo processo come lo chiamiamo se non spreco, per la rottura di un sigillo volato via col vento?”.

L’episodio per il quale Grillo, Perino e altri 20 imputati erano chiamati a processo è quello del 5 dicembre 2010. Nei boschi della Val Clarea i No Tav avevano costruito una baita-presidio, proprio nell’area dove nel 2011 è sorto il cantiere del tunnel della Maddalena. Siccome mancava l’autorizzazione edilizia, i carabinieri avevano apposto i sigilli. Nell’autunno del 2010 i No Tav li avevano rimossi più volte. “Passerò la vecchiaia qui – ha ironizzato Grillo con i giornalisti arrivando in tribunale – il sistema giustizia sta crollando, se la prendono con gli inermi applicandola ai massimi livelli. I No Tav sono persone perbene e non hanno mai fatto male a nessuno”. Fuori dal Palagiustizia era stato allestito stamattina un presidio da No Tav e militanti dei centri sociali, che esibivano uno striscione con scritto: “Siamo No Tav, fermarci è impossibile”. Dentro all’aula, tra il pubblico, alcune decine di oppositori alla grande opera. Nel gabbiotto dei carcerati ha assistito all’udienza Giorgio Rossetto, leader del centro sociale Askatasuna di Torino, arrestato lo scorso gennaio con altri 24 No Tav per gli scontri avvenuti al cantiere di Chiomonte nell’estate del 2011. Secondo l’accusa il reato di abuso edilizio per la costruzione della baita si è configurato dal 16 ottobre al 30 novembre 2010. La violazione dei sigilli invece avvenne in più episodi di protesta: il 20 e il 27 novembre 2010, il 5 e il 29 dicembre 2010 e il 6 febbraio 2011.

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