Critici i proponenti del progetto dopo il parere della soprintendenza: "Singolare tempistica, ci difenderemo"

Arriva lo stop del ministero dei Beni culturali sullo stadio della Roma. La soprintendenza ai Beni archeologici e del paesaggio, dopo aver consultato i comitati tecnico scientifici del Mibact, ha infatti avviato una 'procedura di vincolo' sull'impianto di Tor Di Valle, terreno sul quale dovrebbe sorgere lo stadio.

Intervistata da RaiNews24 sulla decisione e sulle conseguenze potrebbe avere sulle prossime tappe del progetto, Margherita Eichberg, soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Roma, spiega che quella della soprintendenza è stata una decisione a tutela di un bene culturale: "Abbiamo voluto condividere le perplessità che avevamo", e aggiunge: "La conferenza dei servizi sta esaminando quel progetto che la società attualmente ha consegnato per quell'area. Se ci saranno delle ipotesi di riconfigurazione, penso che la conferenza dei servizi dovrà ripartire, su un progetto alternativo da redigere e consegnare".

Allo stop che arriva dalla soprintendenza dovrà rispondere il prossimo 3 marzo, in sede di Conferenza dei servizi, lo Stato, con un parere unico che tenga conto del'intero progetto.

E dopo l'annuncio, ecco il commento della sindaca di Roma, Virginia Raggi: "La Soprintendenza all'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha comunicato al Comune di Roma l'avvio di dichiarazione di interesse culturale sull'ex ippodromo di Tor di Valle. Si tratta dell'area indicata per la realizzazione dello stadio. Vi sono quindi nuovi elementi che incidono sulla valutazione e realizzazione del progetto che in queste settimane è oggetto di verifica da parte del Comune". "Come abbiamo sempre detto, vogliamo che la Roma abbia uno stadio ma nel rispetto della legge", aggiunge.

I PROPONENTI DEL PROGETTO: TEMPISTICHE SINGOLARI. Dai proponenti del progetto arrivano invece parole dure e inequicovacabili: "Non possiamo esimerci dall'evidenziare come sia particolarmente singolare la tempistica di questo parere emesso dalla Soprintendenza e certamente avvieremo ogni possibile azione a tutela del nostro Progetto, di tutti gli investitori e pubblici azionisti della As Roma e naturalmente di tutti i tifosi che in queste ore non comprendono iniziative talmente intempestive da apparire quantomeno ostili".

"Sin dal progetto preliminare dello Stadio – scrivono in una nota i promotori del progetto dello stadio giallorosso – presentato all'Amministrazione Capitolina nel maggio del 2014, e sottoposto al controllo preventivo delle Autorità pubbliche coinvolte nell'iniziativa, è stata prevista la demolizione dell'ex Ippodromo, per le sue fatiscenti condizioni anche sotto il profilo statico, e la sua sostituzione con il nuovo Stadio. In particolare, nella Conferenza di Servizi 'esterna', convocata dal Comune ai sensi della 'Legge Stadi' per l'esame del progetto preliminare, la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, con parere del 28.7.2014 ha esclusivamente richiesto: a) relativamente al profilo archeologico, la esecuzione di sondaggi preventivi; b) relativamente al profilo paesaggistico, la tutela delle fasce di rispetto del Tevere e delle aree della Valle dei Casali e della Riserva Naturale Tenuta dei Massimi; la salvaguardia delle alberature con prescrizioni per  la loro sostituzione; nonché il restauro e valorizzazione dei Casali esistenti".

"Le successive note degli Uffici periferici del MIBACT hanno insistito sugli stessi argomenti – prosegue la nota – Particolarmente significativo è, tra tali note, il parere della Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici di Roma del 18.11.2014 che richiede che 'particolare riguardo dovrà essere posto: à dovranno essere indicati i criteri della sostituzione con demolizione dell'Ippodromo e di tutti gli elementi di architettura e le pertinenze che lo caratterizzano'. Dopo la dichiarazione del 'pubblico interesse' della proposta deliberata dal Comune (A.C. 132/2014), il progetto definitivo dell'intervento è stato presentato alla Regione".

"Nella 'Conferenza' di Servizi 'decisoria' – scrivono ancora i proponenti – la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Roma, ha espresso rilievi sostanzialmente vertenti su due aspetti principali: a) la compatibilità con le visuali dei fabbricati privati verticali (le tre torri); b) le modalità di esecuzione delle indagini archeologiche, con l'attribuzione dei relativi costi al proponente.

Anche nel parere reso in sede di VIA del 6.2.2017, la menzionata Soprintendenza, pur accennando al valore dell'Ippodromo, non ha espresso alcun parere contrario alla sua demolizione. Ribadendo invece le sue perplessità su temi vari, tra i quali visuali e indagini archeologiche preventive".

"Tali documenti – si legge nel comunicato – confermano che la procedura di vincolo culturale dell'Ippodromo, non solo non è mai stata esternata in precedenza ma anzi confligge con le valutazioni e i pareri resi nelle Conferenze di Servizi preliminare e decisoria in merito al progetto, basato sulla demolizione dell'ex Ippodromo e sulla realizzazione al suo posto del Nuovo Stadio. Le tribune dell'ex Ippodromo di Tor di Valle sono identificate da tutti in modo inequivocabile come una struttura precaria e pericolante, in totale abbandono da anni, peraltro dimenticata anche dalla Soprintendenza stessa che non ha mai avviato alcuna azione a tutela per quell'area prima che noi valutassimo lo sviluppo di questo progetto.  Nella struttura delle tribune sono, tra l'altro, presenti parti ricoperte di amianto".

"Tutto questo è stato da anni fatto presente alle istituzioni che hanno dato il loro via libera al progetto Stadio della Roma – Tor di Valle – continua la nota – consci che questi manufatti, per via del loro stato di degrado, sarebbero inevitabilmente stati rimossi. Tuttavia, siamo da sempre e in ogni caso disponibili a riqualificare le tribune, conservandone una parte in un'area dedicata, dopo averla naturalmente ristrutturata e messa in sicurezza, al fine di preservarne la memoria storica e come suggerito in precedenza dalla Soprintendenza stessa".

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