Città del Vaticano, 28 ott. (LaPresse) – “Una unione duratura e stabile fra due persone omosessuali è molto meglio che non una situazione disordinata di persone che restano sole e che ogni tanto vanno incontro a delle avventure. E’ una grazia e una cosa positiva per la società, ma anche per la comunità e di fronte agli occhi del Signore”. Risponde così a LaPresse il teologo Giovanni Cereti a una domanda sulla possibilità di accogliere pienamente le coppie omosessuali all’interno della comunità cristiana.

“Le persone omosessuali – spiega don Cereti – chiedono di essere rispettate, accolte, considerate nel loro problema, talvolta anche nelle difficoltà che incontrano. Nella Chiesa è stato il Concilio Vaticano II che ha portato alla luce questo problema: fino a quel momento si diceva che il matrimonio avesse una duplice finalità: la procreazione e l’aiuto reciproco, il rimedio alla passione. Il concilio ha detto che l’essenza del matrimonio consiste invece nella comunione e nell’amore tra due sposi: è la forma di amicizia suprema, più esclusivache esista nell’umanità. Se l’amore è l’essenza del matrimonio, può esistere amore fra due persone dello stesso sesso. E’ così che il tema dell’omosessualità ha avuto rilievoanche in occasione del Sinodo. Non è un tema che riguarda tanto la famiglia (il Sinodo ha ribadito che non può esserci un matrimonio fra due persone dello stesso sesso, ndr), ma certo si deve prendere in considerazione la posizione di queste persone che devono essere accolte fraternamente nella Chiesa”.

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