Roma, 22 ago. (LaPresse) – Le ragazze dell’Est, prevalentemente adolescenti rumene o provenienti da altri Paesi dell’ex Yugoslavia, sono destinate in Italia a matrimoni forzati e attività illegali. E’ quanto emerge dal Dossier 2014 ‘Piccoli schiavi invisibili – I volti della tratta e dello sfruttamento’ diffuso da Save the Children alla vigilia della Giornata internazionale di commemorazione della tratta degli schiavi e della sua abolizione. Secondo quanto riportato da associazioni che operano tra Milano, Roma, Palermo, Catania e Venezia, si tratterebbe di un fenomeno molto diffuso: le ragazze sono vittima di tratta e vengono spostate dai Paesi di origine verso l’Italia allo scopo di essere sfruttate principalmente in borseggi e furti in appartamento.

Un’indagine realizzata a Roma da Save the Children ha rilevato che in quest’area il fenomeno dello sfruttamento di giovani donne in attività illegali, nella maggior parte di origine Rom, è oggi estremamente diffuso e che è spesso collegato a casi di matrimoni precoci. Le testimonianze raccolte dagli operatori riportano casi di ragazze che raccontano di somme di denaro, anche ingenti, versate dalla famiglia del marito e quella di origine per prendere in sposa la ragazza. Queste somme possono andare dai 5 ai 50mila euro e le ragazze, una volta sposate, sono costrette a restituirle ai suoceri, attraverso attività illegali.

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