Roma, 25 ago. (LaPresse) – Dimostrata per la prima volta la possibilità di diagnosticare precocemente la Sla. A raggiungere il risultato, pubblicato sulla rivista ‘Neurology’, è stato un gruppo di ricerca italiano che coinvolge l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr) di Roma. “Finora la Sla poteva essere diagnosticata esclusivamente attraverso l’indagine clinica e con il supporto di metodiche neurofisiologiche e pertanto richiedeva un lungo periodo di osservazione”, spiega Marco Pagani, primo autore dello studio e ricercatore dell’Istc-Cnr.
Pagani ha collaborato al metodo per la diagnostica precoce della malatta con Angelina Cistaro, ricercatrice del Centro Pet Irmet di Torino e con Adriano Chiò, direttore del Centro Sla, Azienda ospedaliero universitaria Città della salute e della scienza e Dipartimento di neuroscienze dell’Università degli Studi di Torino “L’accelerazione e la maggiore accuratezza della diagnosi di Sla sono fondamentali oltre che per la certezza di reclutare nei trial clinici pazienti con diagnosi confermata anche per lo sviluppo di nuove terapie e per l’identificazione di possibili familiarità sulle quali intervenire precocemente”.
Un esame di tomografia basato sulla somministrazione di un mezzo di contrasto radioattivo che permette di valutare il metabolismo in una certa regione confrontandolo con lo stato di normalità, permetterà individuare i soggetti portatori di sclerosi laterale amiotrofica.
“Nella pratica clinica viene utilizzata nei tumori, nei quali la captazione delle regioni colpite è aumentata e nelle malattie neurodegenerative nelle quali è tipicamente diminuita”, prosegue Pagani.
“Mediante un algoritmo matematico – conclude – è stato possibile identificare le aree cerebrali che presentano nei pazienti Sla l’alterazione funzionale caratteristica che li differenzia rispetto ai controlli”. Nello studio sono stati coinvolti 195 pazienti afferenti al Centro Sla di Torino e studiati al Centro Pet Irmet, che sono stati confrontati con 40 soggetti con assenza di patologie del sistema nervoso centrale.
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