L'esame sulla salma verrà eseguito con una serie di precauzioni particolari a tutela dei medici legali

Dagli esami del sangue di Imane Fadil sono emerse "tracce di sostanze particolari". Non ha dubbi il procuratore di Milano Francesco Greco che, nel corso di un incontro con la stampa in Procura a Milano, ci tiene a "smentire la chiacchiera che é uscita sui giornali" sul fatto che i metalli nel sangue della ragazza, deceduta lo scorso 1 marzo, sarebbero bassi.

"Non é vero – ha chiarito Greco – perché l'antimonio nel suo sangue, già lavato da diverse trasfusioni, ha dato il risultato di 3 e invece il range della tollerabilità é fino allo 0,2 e 0,22. Anche il cadmio urinario é stato rilevato al livello di 7, mentre la normalità é fino allo 0,3". Nel sangue di Imane Fadil sono stati trovati valori anomali di Cadmio (i suoi valori nelle urine erano di 7,4 mentre il range normale si aggira tra lo 0,05-0,60, l'Antimonio , il Cromo, il Cobalto (che si aggira tra 0,7 invece di 0,5) e il Molibdeno. "I valori nel sangue sono meno significativi, perché il sangue é stato lavato due o tre volte perché ha fatto tantissime trasfusioni, mentre le urine sono più attendibili", ha spiegato il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio. "Bisognerà aspettare i valori contenuti negli organi, che emergeranno dopo l'autopsia", ha aggiunto il procuratore Greco specificando che l'esame sulla salma verrà eseguito con una serie di precauzioni particolari a tutela dei medici legali, tra cui la presenza di apparecchiature speciali in uso si vigili del fuoco.

Il procuratore Francesco Greco, inoltre, ha aggiunto che il 12 febbraio Imane Fadil, testimone del processo Ruby ter, parló di avvelenamento e lo comunicò all'esterno, sottolineando però che non si sa ancora "se sia stata lei a esprimere il suo timore o se qualcuno dei medici lo abbia detto a lei". In quella data alla ragazza fu effettuato un prelievo da parte del personale sanitario della clinica Humanitas per verificare se nel sangue della ragazza ci fosse la presenza di arsenico perché "in quella fase i sintomi che presentava potevano essere compatibili con questo tipo di sostanza", ha spiegato il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, ma le analisi hanno dato esito negativo. Altri test, invece, sono stati eseguiti il 26 febbraio e l'esito è arrivato solo il 6 marzo, quando la modella era già deceduta, hanno mostrato una serie di valori anomali sia nel sangue che nelle urine della ragazza, relativi a sostanze altamente tossiche. Da quanto è emerso dalle indagini, inoltre, Imane Fadil è stata male circa una settimana prima del ricovero all'Humanitas, avvenuto il 29 gennaio scorso.

Il procuratore Greco ha voluto sottolineare che "non è esclusa anche la causa naturale" di morte della 34enne "anche se tutti gli accertamenti svolti all'Humanitas non hanno riscontrato patologie". Per avere una certezza sulle cause della morte, però, bisognerà attendere "l'esito degli esami autoptici" che verranno eseguiti tra giovedì 21 e venerdì 22 marzo. Prima sarà necessario effettuare alcuni test sugli organi interni per valutarne l'eventuale radioattività e poi l'esame autoptico, come ha spiegato il Procuratore Greco, con una serie di "precauzioni" tra cui la presenza di apparecchiature particolari a disposizione dei vigili del fuoco".

 

 

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata