Roma, 20 lug. (LaPresse) – Rossella Urru è arrivata alle 19 all’aeroporto di Cagliari, dove circa 200 persone sono accorse per poterla accogliere. Le forze dell’ordine si sono dovute opporre fisicamente per evitare che la Urru fosse travolta dalla folla. La cooperante era stata rapita nella notte tra il 22 e il 23 ottobre del 2011 in un campo profughi del sud dell’Algeria ed è stata rilasciata in Mali due giorni fa, dopo 286 giorni di prigionia. Al suo arrivo a terra, ha parlato brevemente ai microfoni della stampa. “Volevo solo ringraziare tutti”, ha detto.

Poi, una volta arrivata a Samugheo, nell’oristanese, è stata accolta da un intero paese in festa. “Non mi aspettavo tanta gente sia qui che a Cagliari. Volevo ringraziare tutti e volevo ringraziare di nuovo quelli che mi hanno permesso di essere libera, come il Ministero degli Esteri. Ringrazio tutto il popolo sardo – ha detto parlando da una balconata sulla piazza principale – che mi è stato vicino e che è stato vicino alla mia famiglia. Grazie per non averci lasciati soli”.

“Un pensiero a tutti gli altri sequestrati. Nessuno si dimentichi di quelli che non sono stati liberati, che non sono potuti tornare alla vita – ha aggiunto – Molti sono quelli ancora prigionieri nel Mali del Nord: spero che le loro famiglie si sentano confortate dal fatto che è possibile essere liberati. Voglio dire – ha concluso – che non bisogna dimenticarsi di tutti i popoli che vivono nell’oppressione e nella fame e di cui in genere ci ricordiamo solo quando nei loro Paesi esplodono delle guerre. Bisogna ricordarsi di loro prima che decidano di prendere la strada della violenza”. Accanto a lei, durante il suo discorso pronunciato davanti a centinaia di persone, oltre al sindaco, anche il padre e la madre, che l’hanno abbracciata sorridenti.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata