Il no del governatore Zingaretti impone una 'rigida turnazione' a 1 milione e mezzo di romani

Una "rigida turnazione dell'acqua" per un milione e mezzo di romani. E' la decisione che l'Acea, multiservizi che gestisce l'acqua nella capitale, si è detta costretta a prendere, in serata, dopo l'ordinanza adottata dalla Regione Lazio per sospendere dal 28 luglio la captazione dal lago di Bracciano. La Regione vuole consentire il ripristino del livello naturale delle acque del lago e della loro qualità, ma nel braccio di ferro l'Acea non cede e passa alle maniere forti. "Una decisione unilaterale e illegittima – denuncia in una nota – che comporterà una serie di gravi conseguenze per i cittadini di Roma". La municipalizzata della Capitale si impegna "sin d'ora ad elaborare un piano dettagliato di emergenza che, non appena pronto, sarà messo a disposizione e comunicato capillarmente alla cittadinanza". L'assessore regionale alle Infrastrutture, Fabio Refrigeri, ha anche scritto una lettera indirizzata alla città metropolitana di Roma Capitale, perché disponga quanto necessario per intimare, sempre entro il 28 luglio, lo stop ai restanti impianti e dispositivi di captazione, pubblici e privati, che insistono sul lago di Bracciano. "Un atto fondamentale quello adottato dal Presidente Zingaretti e dall'assessore Refrigeri – ha commentato il deputato Pd Emiliano Minnucci – che mette fine all'azione arrogante e speculativa perpetrata da Acea Ato2 in questi mesi che, malgrado le sollecitazioni avanzate da più parte e su più livelli, non ha ritenuto necessario considerare soluzioni alternative al fine di evitare il deterioramento del bacino". Una decisione che per il parlamentare dem "segna la vittoria di cittadini, tecnici e della buona politica che, come in questo caso, è scesa in campo per salvaguardare un bene naturalistico come il lago di Bracciano".

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