Roma, 9 set. (LaPresse) – Lavoravano in una cooperativa che si dedica al recupero di ex detenuti (essendo loro stessi ex detenuti), e nel frattempo mantenevano contatti con la criminalità fino a prendere parte al fallito blitz per il sequestro dell’ex cassiere di Gennaro Mokbel, Silvio Fanella, il 3 luglio scorso in un appartamento in via della Camilluccia, conclusosi con l’omicidio di quest’ultimo.

E’ quanto emerge dalle indagini della squadra mobile di Roma che hanno portato al fermo delle altre due persone accusate di aver fatto parte del commando che compì l’agguato.

Si tratta di Egidio Giuliani, ex esponente dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) di ispirazione neofascista, e di Giuseppe Larosa. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Giuliani, ex compagno di cella di Pierluigi Concutelli (uno dei capi di Ordine Nuovo condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Occorsio), sarebbe stato il capo banda del gruppo che il 3 luglio scorso ha cercato di rapire Fanella, finendo per ammazzarlo. Giuliani, originario di Sora, da anni vive a Novara dove aveva appunto fondato una cooperativa di ex detenuti, la stessa in cui lavorava anche Larosa. Da circa venti anni non risultano tracce negli archivi degli investigatori di Giuliani, che negli anni ’80 risultava invece a capo di una banda, mentre nei ’90 avrebbe cercato di ricostruire un gruppo eversivo di destra.

Gli inquirenti della mobile, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dai sostituti Giuseppe Cascini e Paolo Ielo, hanno individuato i due fermati grazie anche a riscontri della scientifica: impronte digitali sui fogli intestati alla guardia di finanza che probabilmente il commando, che indossava divise delle fiamme gialle, usò per entrare a casa di Fanella. I due fermati sarebbero giunti nella capitale il 26 giugno, forse per organizzare gli ultimi dettagli del blitz.

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