Napoli, 25 giu. (LaPresse) – Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro è indagato per epidemia colposa nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli sui rifiuti. Caldoro si è detto “Pronto alle dimissioni” se “eventualmente fossero provate responsabilità penali per fatti commessi inconsapevolmente”.

“Lavoriamo giorno e notte senza un attimo di respiro per affrontare una delle emergenze più gravi della storia amministrativa della nostra città e della nostra Regione, che ereditiamo da 15 anni di inerzia e fallimenti – ha sottolineato in una nota – la magistratura svolge il suo dovere ma soprattutto attendo che tutte le Istituzioni facciano tutto quanto è nelle rispettive competenze, a partire dal Governo fino ad arrivare al più piccolo dei comuni. Per tornare alla normalità ognuno deve fare il proprio dovere”.

Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro è stato ascoltato, insieme ad altri politici e tecnici locali, anche nell’ambito di una terza inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara e condotta dai carabinieri del Noe di Napoli sul ciclo dei rifiuti e sulla gestione degli impianti. Al momento in questa inchiesta non risultano esserci indagati, ma è appena all’inizio.

In mattinata la dottoressa Maria Triassi, direttrice del dipartimento di Igiene del secondo policlinico di Napoli aveva spiegato nei dettagli la difficile situazione del capoluogo campano. “La situazione sta lentamente migliorando e per ora non si sono verificati casi gravi come potrebbe essere il tifo o l’epatite. Non c’è stato nemmeno un aumento dei ricoveri e delle patologie che potrebbero essere state provocate dai rifiuti ma il rischio di epidemie è alto. Credo che sia piuttosto doveroso, in queste condizioni, aprire un’inchiesta. Bisogna accertare subito le responsabilità di coloro che hanno permesso che accadesse un tale disastro”.

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