Il primo cittadino della località calabrese è accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il commento del vicesindaco: "Questo allontanamento sarà un duro colpo per lui". De Magistris: "Ti ospitiamo a Napoli"

Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per il sindaco di Riace, Domenico Lucano, e ha stabilito il divieto di dimora per il primo cittadino nella località calabrese. Lucano è accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Stando a quanto emerso dalle indagini, Lucano avrebbe organizzato matrimoni di convenienza tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano.

"Dal punto di vista giuridico si passa a una misura restrittiva minore, ma da un punto di vista umano per molti versi credo sia ancora peggiore questa misura cautelare. L'allontanarlo da Riace significa un duro colpo per tutto quello che ha fatto", ha commentato il vicesindaco di Riace Giuseppe Gervasi al telefono con LaPresse dopo il verdetto del Tribunale. "Non l'ho sentito, perché non so neanche che cosa dirgli in questo momento. Non è possibile che da 15 giorni possano accadere una dopo l'altra queste cose. Non so se gli è stato notificato questo ulteriore passaggio. Tutto questo mi lascia senza parole. Gli arresti domiciliari erano blandi, o lasci i domiciliari o non ha senso una misura del genere", ha aggiunto.

"Lo Sprar è stato chiuso e faremo ricorso avverso quell'ordinanza" del Viminale "ma in ogni caso gli Sprar in Italia subiranno delle modifiche. Per chi vorrà rimanere a Riace cercheremo di portare avanti un'accoglienza autogestita", ha continuato Gervasi. È finito il 'sogno' Riace? "Ci siamo svegliati dal sogno e stiamo vivendo un incubo. Stasera sono un po' così, ma dalle cadute bisogna rialzarsi e da domani bisogna continuare a sognare e a ridare la speranza per un futuro migliore. Io e Mimmo faremo il possibile", la risposta del vicesindaco.

Dopo aver appreso la notizia, Luigi de Magistris, in un tweet, ha invitato Lucano a trasferirsi a Napoli. "Caro Mimmo lo so che non lascerai la tua e nostra amata Calabria ma se vuoi ti ospitiamo con amore a Napoli. Il divieto di dimora nella tua Riace è peggio degli arresti domiciliari. Ma non potranno mai arrestare la rivoluzione. Riace vivrà con Lucano Sindaco!", scrive il primo cittadino della città partenopea.

Il comune di Riace (1726 abitanti in provincia di Reggio Calabria) negli anni è diventato simbolo dell'integrazione dei migranti. Ha iniziato la sua politica di accoglienza nel 2004 e quattordici anni dopo seimila persone provenienti da venti Paesi popolano il centro storico. Tutto il borgo e la sua economia ne hanno risentito positivamente. Sono stati creati laboratori artistici (tessuti, ceramica), i migranti fanno la raccolta differenziata dei rifiuti e per il Comune lavorano circa ottanta mediatori culturali che aiutano e sostengono i progetti. Dal 2016, però, i fondi del Viminale sono stati bloccati e il sindaco è stato indagato per truffa aggravata. Lui si è sempre difeso: “So quello che ho fatto e di certo non mi sono arricchito, qui si sta giocando con la vita di molte persone”.

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