Intanto è stata smantellata un'organizzazione tra Bari e Malta

 "Alla procura di Trapani non risultano contati telefonici diretti" tra a Ong e trafficanti. Lo ha detto, davanti alla Commissione Difesa del Senato, il procuratore di Trapani, Ambrogio Cartosio. "Presso la procura di Trapani è stato istituto un grupopo specializzato di lavoroá che si occupa di reati sull'immigrazione clandestina. Gli sbarchi continuano, il personale è scarso e l'attivià è faticosa" ha precisato Cartosio.

Tuttavia ha sottolineato: "Alla procura di Trapani risulta, in qualche caso, che qualche intervento delle Ong è avvenuto senza intesa con la Guardia Costiera. La presenza delle navi delle Ong, in un determinato fazzoletto di mare, costituisce un elemento indiziario forte per dire che sono al corrente che in quel tratto di mare arriveranno imbarcazioni. Ma esso solo non è un elemento incisivo per determinare il reato dell'immigrazione clandestina".

"La procura di Trapani ha in corso indagini che concernono l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e che coinvolgono anche non le ong come tali ma soggetti, persone fisiche appartenenti alle ong" ha precisato il procuratore aggiunto.
 

 

SMANTELLATA ORGANIZZAZIONE TRA BARI E MALTA. Intanto nelle prime ore della mattinata odierna, a Bari, Catania e Salerno la polizia di Stato ha dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare a carico di cittadini extracomunitari di origine somala ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla permanenza illegale di clandestini nel territorio dello Stato e al successivo ingresso in paesi esteri, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina a scopo di lucro, uso di documentazione falsa, corruzione di incaricato di pubblico servizio e falso ideologico in atto pubblico. Dalle indagini, dirette dalla Dda della Procura di Bari e condotte dagli uomini della squadra mobile di Bari, con il coordinamento del Servizio centrale operativo della polizia e della Digos di Bari, è emerso come l'associazione fosse solita utilizzare i canali 'money trasfer' illegali, secondo il sistema dell' 'hawala informatica'.

Tale sistema, che si sostanzia in rimesse di denaro e di compensazioni tra varie agenzie in Italia e all'estero basate sulla fiducia negli intermediari e su schemi informali, veniva utilizzato dai trafficanti per incanalare le somme loro inviate dalle famiglie dei migranti somali come prezzo per l'organizzazione dei viaggi verso il nord Europa.
Nel corso delle indagini sono emerse relazioni sul web, attraverso l'uso di social network come Facebook, di alcuni componenti del organizzazione criminale con alcuni utenti attestati su posizioni filo jihadiste legate al gruppo terroristico somalo Al Shabaab.

Nel dettaglio, le indagini della Digos della Questura di Bari hanno documentato diretti contatti telefonici tra uno dei membri del sodalizio con un cittadino somalo, già sottoposto a fermo in Italia nel luglio 2016 per aver favorito l'ingresso sul territorio nazionale, via Malta, di due foreign fighters militanti dell'Isis. Oggi, inoltre, sono stati oscurati dalla polizia postale e delle comunicazioni i siti informatici non abilitati in Italia su cui gli indagati operavano effettuando i vari servizi di pagamento sia a beneficio dei membri dell'organizzazione che dei migranti. Tra gli indagati anche un impiegato del Comune di Bari che si era lasciato corrompere per dichiarare falsamente inesistenti residenze di cittadini somali nel capoluogo pugliese. Le ricerche sono estese in ambito internazionale.

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