Intervista al ristoratore di 67 anni di Casaletto Lodigiano

"Sono sicuro che i ladri fossero già venuti nel mio locale" a fare un sopralluogo prima del furto di giovedì notte. Ne è assolutamente certo Mario Cattaneo, il ristoratore di 67 anni di Casaletto Lodigiano, che insieme al figlio ha sorpreso quattro malviventi mentre cercavano di portare via incasso e sigarette dalla sua Osteria dei Amis e ha sparato uccidendo uno di loro. Cattaneo è  stanco, provato, ma ha deciso di riprendere a lavorare nella cucina del locale, nel tentativo di tornare almeno in parte alle normalità.

"Non ho ancora visto una foto della persona che è morta – ha aggiunto Cattaneo, raggiunto al telefono da LaPresse – e quindi non posso dire se sia venuto lui o un altro complice. Sono sempre in cucina, quindi potrei non averlo notato". Difficile pensare, però, che un volto nuovo non sia spiccato tra quelli dei clienti abituali che frequentano l'unico bar tabaccheria del paese e che si conoscono tutti.

Ci racconta cosa è accaduto giovedì notte?

Ero preoccupato soprattutto che i ladri non salissero in casa mia e in quella di mio figlio, dove c'erano mia nuora e i nipotini che sono piccoli. Così ho anticipato questa mossa, sono sceso e ho trovato la porta bloccata. L'ho aperta e sono stato aggredito, trascinato, malmenato e mio figlio ha cercato di aiutarmi. Mentre cadevo per terra è partito un colpo dal mio fucile.

I ladri le volevano prendere il fucile?  

Certamente, loro volevano impadronirsi dell'arma e io non la volevo lasciare. Sapevo che se lo avessi fatto l'avrebbero rivolta verso di me o mio figlio.

Un vicino ha detto di aver sentito due spari, non uno solo…  

Non so nemmeno chi possa essere questo vicino. Di colpi ne è partito uno solo e si sa che quando ci sono delle armi di mezzo purtroppo può succedere. Il secondo colpo era ancora in canna quando ho consegnato il fucile ai carabinieri venerdì mattina.

La porta era bloccata da una corda di nylon e da alcuni mobili. Come hanno fatto i ladri a fare tutto così rapidamente?   

Lo hanno fatto prima. Io mi sono svegliato con il rumore del vetro rotto, con l'allarme e il fracasso della saracinesca che veniva sfondata. Sicuramente, però, loro erano già venuti e conoscevano la casa.

Quindi sapevano che lei e la sua famiglia abitavate ai piani superiori?  

Certamente, sapevano che la mia unica via di fuga era quella porta (che è stata bloccata, ndr). Nel locale io e mio figlio non siamo andati, perché avevamo paura di ritrovarci i ladri davanti, siamo scesi in cortile invece.

Avete le telecamere?
Abbiamo le telecamere nell'osteria e dall'altro ingresso, non nel cortile. Ma lì ci sono i lampioni e poi abbiamo un cancello, una recinzione, un muretto e ci sono dei cani. Mai mi sarei potuto immaginare che qualcuno provasse a entrare proprio da lì.

E' questo quello che ha raccontato fin da subito agli inquirenti?  

Certamente, quello che sto dicendo a lei l'ho detto anche a loro, perché è quello che è successo. Giovedì, però, dovrò tornare in Procura per un nuovo interrogatorio.

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