Roma, 21 mar. (LaPresse) – Abbraccio fra don Luigi Ciotti e papa Francesco appena sceso dall’automobile per la visita alla parrrocchia San Gregorio VII in occasione della veglia di Libera per le vittime delle mafie. Papa Francesco poi è entrato in chiesa mano nella mano con don Luigi Ciotti. Il Santo padre ha stretto le mani dei famigliari delle vittime, una folla lo aspettava davanti alla chiesa.

“La violenza, le mafie, la illegalità sono contrarie al Vangelo. Oggi sarà un momento di riflessione, silenzio e preghiera. Migliaia di persone stanno arrivando per l’incontro di domani a Latina“, ha detto don Luigi Ciotti prima dell’inizio della veglia. Domani la XIX Giornata della memoria e dell’impegno a Latina. Sono 900 le vittime ricordate oggi durante la celebrazione.

“E’ una Chiesa che interferisce, denunciando senza remore l’incompatibilità tra mafie e Vangelo”. Così don Luigi Ciotti nel suo intervento alla veglia di Libera per le vittime delle mafie nella chiesa di San Gregorio VII a Roma. Don Ciotti ha ricordato poi don Peppe Diana e don Pino Puglisi. “Ou, non dimenticandoci mai che il nostro modo di fare memoria è 365 giorni all’anno”, ha quindi redarguito i fedeli.

“Perchè – ha proseguito don Ciotti – caro papa Francesco, il 70% dei familiari delle vittime di mafia non conosce la verità. Penso ad Attilio Manca, a Ilaria Alpi”.

Don Ciotti ha poi chiamato in causa le responsabilità politiche e individuali. “Oggi è più che mai necessario uno scatto da parte di tutti. Occorre che la politica sia veramente a servizio del bene comune e nello specifico occorre rafforzare la confisca” nei confronti del patrimonio delle mafie, ha ricordato il fondatore di Libera. E ha aggiunto: “Non si può essere cittadini a intermittenza, non si può essere cristiani da salotto, come ha detto papa Francesco. Bisogna darsi una mossa tutti, ma proprio tutti”.

“Chiediamo a Dio che ci dia a tutti una bella pedata di dietro per andare avanti”. Con queste parole Don Ciotti ha concluso il suo intervento nella parrrocchia San Gregorio VII a Roma, in occasione della veglia di Libera per le vittime delle mafie.

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