Il pontefice propone una 'autocritica' alla Chiesa: "Matrimonio non è solo procreazione"

Papa Francesco apre al sacramento della comunione per i divorziati risposati, in alcuni casi particolari, considerando le singole situazioni. Lo comunica in Amors Laetitia, esortazione apostolica post-sinodale, nel capitolo ottavo dal titolo 'Accompagnare, discernere e integrare la fragilità'.

"I divorziati che vivono una nuova unione – scrive – possono trovarsi in situazioni molto diverse, che non devono essere catalogate o rinchiuse in affermazioni troppo rigide senza lasciare spazio a un adeguato discernimento personale e pastorale". "È possibile un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari, che dovrebbe riconoscere che, poiché il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi, le conseguenze o gli effetti di una norma non necessariamente devono essere sempre gli stessi", e qui, in una nota, il Papa aggiunge: "Nemmeno per quanto riguarda la disciplina sacramentale".

CONFESSIONE NON TORTURA. Più avanti lo spiega meglio: "A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l'aiuto della Chiesa". E, sempre in nota: "In certi casi, potrebbe essere anche l'aiuto dei Sacramenti. Per questo, 'ai sacerdoti ricordo che il confessionale non dev'essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore' – scrive rifacendosi  all'Esortazione scritta nel 2013, Evangelii Gaudium – Ugualmente segnalo che l'Eucaristia 'non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli'".

DIVORZIATI PIU' INTEGRATI. "La Chiesa riconosce situazioni in cui l'uomo e la donna, per seri motivi, quali, ad esempio, l'educazione dei figli – spiega Papa Francesco – non possono soddisfare l'obbligo della separazione", oppure "il caso di quanti hanno fatto grandi sforzi per salvare il primo matrimonio e hanno subito un abbandono ingiusto". "Accolgo le considerazioni di molti Padri sinodali – commenta il Papa -, i quali hanno voluto affermare che 'i battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili'". "Si tratta di un itinerario di accompagnamento e di discernimento che orienta questi fedeli alla presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio".

"Non è più possibile dire – conclude il Pontefice – che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta 'irregolare' vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante".

SUPERARE ESCLUSIONE. La partecipazione dei divorziati risposati alla vita della Chiesa "può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate", scrive il Papa. "Non solo non devono sentirsi scomunicati – aggiunge – , ma possono vivere e maturare come membra vive della Chiesa, sentendola come una madre che li accoglie sempre, si prende cura di loro con affetto e li incoraggia nel cammino della vita e del Vangelo".

IRREGOLARE NON E' PECCATO. "Per comprendere in modo adeguato perché è possibile e necessario un discernimento speciale in alcune situazioni dette 'irregolari', c`è una questione di cui si deve sempre tenere conto, in modo che mai si pensi che si pretenda di ridurre le esigenze del Vangelo". Lo sostiene il Papa nella Esortazione apostolica pubblicata oggi. "La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le circostanze attenuanti". "Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta 'irregolare' vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante".

MATRIMONIO NON SOLO PROCREAZIONE. Papa Francesco propone una "autocritica" alla Chiesa, nell'esortazione apostolica sulla famiglia, "Amoris laetitia", indicando alcuni atteggiamenti che vanno superati: l'eccessivo peso dato al "dovere della procreazione" nel matrimonio, l'insistenza quasi esclusiva, "per molto tempo", su "questioni dottrinali, bioetiche e morali", una concezione troppo "astratta", negativa, e un "atteggiamento difensivo" nei confronti del mondo. "Dobbiamo essere umili e realisti, per riconoscere che a volte il nostro modo di presentare le convinzioni cristiane e il modo di trattare le persone hanno aiutato a provocare ciò di cui oggi ci lamentiamo, per cui ci spetta una salutare reazione di autocritica", scrive Jorge Mario Bergoglio. 

"D`altra parte, spesso abbiamo presentato il matrimonio in modo tale che il suo fine unitivo, l`invito a crescere nell`amore e l`ideale di aiuto reciproco sono rimasti in ombra per un accento quasi esclusivo posto sul dovere della procreazione. Né abbiamo fatto un buon accompagnamento dei nuovi sposi nei loro primi anni, con proposte adatte ai loro orari, ai loro linguaggi, alle loro preoccupazioni più concrete. Altre volte abbiamo presentato un ideale teologico del matrimonio troppo astratto, quasi artificiosamente costruito, lontano dalla situazione concreta e dalle effettive possibilità delle famiglie così come sono. Questa idealizzazione eccessiva, soprattutto quando non abbiamo risvegliato la fiducia nella grazia, non ha fatto sì che il matrimonio sia più desiderabile e attraente, ma tutto il contrario".

DIMENSIONE EROTICA. "In nessun modo possiamo intendere la dimensione erotica dell'amore come un male permesso o come un peso da sopportare per il bene della famiglia, bensì come dono di Dio che abbellisce l'incontro tra gli sposi". Lo scrive Papa Francesco nell'esortazione post-sinodale 'Amoris Laetitia'.

VIOLENZA DONNE. "La vergognosa violenza che a volte si usa nei confronti delle donne, i maltrattamenti familiari e varie forme di schiavitù che non costituiscono una dimostrazione di forza mascolina bensì un codardo degrado", sostiene il Pontefice. "La violenza verbale, fisica e sessuale- si legge nel documento- che si esercita contro le donne in alcune coppie di sposi contraddice la natura stessa dell'unione coniugale. Penso alla grave mutilazione genitale della donna in alcune culture, ma anche alla disuguaglianza dell'accesso a posti di lavoro dignitosi e ai luoghi in cui si prendono le decisioni".

 

 

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